
Antologia - Collana "Il timone" (18)
Il timone mantiene la rotta: per usarlo il marinaio si basa sulle carte, oppure sull’esperienza e sull’esempio di chi l’ha preceduto. Le Antologie raccolgono esempi, esperienze, testimonianze, insomma sono il “timone” della letteratura e servono per “mantenere la rotta”, per seguire una navigazione lineare e sicura.
Una nuova bellissima iniziativa editoriale di Le Edizioni del Porticciolo
Collana Il Timone
Il 9 novembre 2019 il volume verrà presentato al pubblico a Pontremoli
nella Sala dei Sindaci del Comune
da Rina Gambini ed Egidio Di Spigna, con introduzione di Giuseppe Benelli
L'emozione della bellezza
la nuova antologia 2015 di Le Edizioni del Porticciolo
Prefazione di Rina Gambini
“Spinto dal desiderio di scoprire la verità ultima dell’esistenza, l’uomo cerca di acquisire quelle conoscenze universali che gli consentono di comprendersi meglio e di progredire nella realizzazione di sé. Le conoscenze fondamentali scaturiscono dalla ‘meraviglia’ suscitata in lui dalla contemplazione del creato: l’essere umano è colto dallo stupore nello scoprirsi inserito nel mondo, in relazione con altri suoi simili con i quali condivide il destino. Parte da qui il cammino che lo porterà alla scoperta di orizzonti di conoscenza sempre nuovi. Senza meraviglia l’uomo cadrebbe nella ripetitività e, poco alla volta, diventerebbe incapace di un’esistenza veramente personale”
Queste sono le parole con cui Giovanni Paolo II si rivolge agli uomini del nostro tempo nell’enciclica Fides et ratio, ed è affermazione che stimola ad abbandonare la dimensione dell’immanenza per ricercare più elevate dimensioni spirituali.
La meraviglia, pertanto, è da considerare un sentimento positivo, non solo foriero di conoscenza, ma soprattutto elevatore d’animo, veicolo per una maturazione interiore aliena dal materialismo e dallo scetticismo.
E quale miglior veicolo di meraviglia, se non la bellezza?
Non, si intende, soltanto la bellezza esteriore, quella che appaga il senso estetico, comunque importante per la gioia che produce dagli occhi alla mente e al cuore, bensì la bellezza dei sentimenti, dell’impegno, della passione per la natura, per l’umano e il divino. Una bellezza che sta dentro di noi e che dobbiamo saper scoprire facendola uscire per condividerla con gli altri, perché nulla è più bello della condivisione.
Ecco il motivo di questa raccolta: cantare un inno alla bellezza, quella palese delle cose e quella segreta, custodita nel nostro cuore, rivolta alle persone care, ai ricordi, agli impegni che ci spingono e ci stimolano, alle sensazioni che ci turbano o ci esaltano, insomma, a tutto ciò che è bellezza pura, incontaminata produzione dello spirito.
Nella raccolta i lettori troveranno tutto questo. Troveranno le gioie e le sofferenze quotidiane, le esperienze eccezionali, le riflessioni, che sono state accolte qualsiasi fosse il loro contenuto, perché ognuno è libero di pensare e di esprimersi come crede e sente, e troveranno passi filosofici di profondo spessore. Sarà un’avventura nell’interiorità, uno svolgersi dell’umano attraverso gli aspetti palesi e quelli misteriosi di ciò che ci circonda, sarà un andare a ricercare se stessi nelle parole e nelle sensazioni di chi scrive, sarà perdersi nella bellezza dell’arte, della storia, della cultura e della quotidianità. E sarà gioire insieme a chi è felice, piangere insieme a chi soffre, sarà perdersi nei versi delle poesie e immergersi nelle narrazioni, cercare e trovare qualcosa di comune e qualcosa di contrastante, perché non è obbligatorio essere sempre d’accordo. L’importante è che la lettura stimoli la riflessione, affinché non ci si perda in una realtà che non è capace di coinvolgerci e farci crescere spiritualmente, affinché per ognuno di noi sia importante avvicinarsi alla verità e al senso ultimo del vivere.
Se queste pagine avranno ottenuto il loro scopo, quello di dare serenità e di invitare alla contemplazione di una bellezza che sia ideale di umanità, veicolo di solidarietà, allora potrò considerare riuscito il mio lavoro e utile la mia idea. E, per di più, se la bellezza avrà creato una rete ideale di amicizie basate sulla comune passione per la cultura, se lo stare insieme sarà davvero un legame tra anime che si elevano verso dimensioni più alte, allora avremo tutti reso un omaggio a ciò che di più importante c’è nell’esistenza: l’amore reciproco.
Ho iniziato questa mia virtuale conversazione con i futuri lettori della raccolta L’emozione delle bellezza con le parole di Giovanni Paolo II, ed ora voglio concludere con i versi di Carol Wojtyla, il poeta, che nella sua opera Ecce Homo descrive l’impressione di Adamo (simbolo di ogni singolo uomo) di fronte al quadro che rappresenta la sofferenza di Gesù. Vedendolo martoriato nel corpo, consapevole che ha dato tanto per tutti, dice: “Eppure sei rimasto bello. / Il più bello dei figli dell’uomo. / Una bellezza simile non si è mai più ripetuta. / O, come difficile è questa bellezza, come difficile. / Tale bellezza si chiama Amore.”
Rina Gambini
ELENCO PARTECIPANTI
CHIARA AGNETTI
Dove Cielo e terra s'incontrano
ANGELA AMBROSINI
Ora che dirama il grano
Sui colli dell’Umbria
Ancora so essere quiete
Ritorno in Dalmazia
Madrigale
CATIA ANGELOTTI
Golfo dei poeti
Tramonto su Parigi
Paracadutismo ascensionale
Ingresso nel mondo dei miei figli: ricordi e sensazioni
CLAUDIA ASTORI
La bellezza dell'acqua
ELENA BARTONE Pungolo d’immenso
Non so quando, non so dove
Ancella nei secoli
Quando i poveri sapranno
Quando sei al mio fianco
Dopo il silenzio
Nel silenzio ti aspetto
Spicchi di felicità
CAROLINA BASSI
Lo scempio della bellezza e della storia
EMANUELA BENEDETTI
Brezza
Libertà e Amore
La brace e l’isola
2 Novembre
La stagione vuota
Vita
Didone
Nomadi nel deserto
Edipo re o Enfant Terrible?
GIUSEPPE BENELLI
Solo la Bellezza ci può salvare?
NARDINO BENZI
L’alternarsi delle stagioni mi rivela la Forza del Cielo
Santa Chiara d’Assisi
La mia prima cuginetta si accosta a Gesù
Chi è un fotografo?
Il Padre terreno del Salvatore
Due cuori
Il viso di mia moglie in una giornata di giugno
C’è ancora la Bassa?
Una primula mi parla del mio Creatore
Il mare in burrasca si placa
RITA BIGGIO CASASSA
Salisburgo
Sul belvedere
Tutto è infinito
Sorriso
Il crocifisso
Rivedo…
MARIAGINA BONCIANI
L’emozione della Bellezza
Semplicità
L’arpa
La parlata fiorentina
A Firenze
La Feria di Malaga
Bianchi villaggi
Verona
Notturno alpino
ANNA MARIA BORRELLI
Un cuore tra i sassi
La voce
Da una conchiglia
Sull’Armonia
FIORELLA BOSCHI
Emozioni
Eterna bellezza
Paesaggi del desiderio
Poesia
Acquarellista
MARIA BOSELLI
La Bellezza del mondo
RAFFAELE CAPUTO
Il volto dell’amore
Viaggio nella memoria
VITTORIO CASALI
Le Cinque Terre
ESTER CECERE
Incantato grazie
Un tramonto ancora a Poseidonia
Firenze
Nella pineta di San Rossore
Respirando Venezia
Barriera corallina
GIUSEPPE LUIGI COLUCCIA
Casa Branca
Nel tempo
GUALTIERO COMINI
Elogio della bellezza
SARA CORDONE
La Bellezza come riflesso dell’Infinito nel cuore dell’uomo
CATERINA COSTANZO
Il Tuo nome per sempre
Parlo al mondo
A mio Padre
Se Dio parla
GABRIELLA COZZANI
Astri
Estate
La voce del mio mare
Clessidre
Lettera alla mia amica Paola
VALERIO CREMOLINI
Di ritorno da Bayreuth
NINO CUOMO
Sorrento patria della Canzone
MARINELLA CURRE
A proposito di cibo… La cucina futurista …
MARIA CARLA DEL BONO
La bellezza delle stagioni dei ricordi
Rosa di fine stagione
Se io fossi così grassa, morirei…
Corpo
Il tuo Buio
EGIDIO DI SPIGNA
La bellezza
Manifesto d’artista
Venere
Sophie
Porto di Venere
FRANCESCA FAVARO
Pensieri sulla bellezza
Alfabeto di bellezza
MARIA GRAZIA FERRARIS
I luoghi del silenzio
L’Elba: mare bianco
Bocca di Magra: V. Sereni e “Un posto di vacanza”
ANNA GEMMI D’ESTE
Frieda e Lawrence a Fiascherino
CESARE GIORIO
La stele dimenticata
SONIA GIOVANNETTI
Tra queste alture
Aspettando il saluto del tramonto
GIUSEPPINA GIULIANINI
Bellezza bugiarda
ADRIANA GUALANDI
La bella estate
A Padova
GIOVANNI LORÈ
Spegne la sera
Al roco respiro del vento
Il ritorno della primavera
Imbronciata luna
Al crepuscolo dell’infocata estate
Straluzza il sole l’ultimo suo raggio
MARIO MANFIO
Se fossi un cerilo…
Il treno
Il jet
La smania
Un abbraccio
Luoghi
Trieste
FRANCA MASCIOVECCHIO
Bell’uomo
Mare
A carnevale
Una poesia
Il sole
MANUELA MAZZAROL
Alberi come i Giusti
Un Altro
Goccia di bellezza
Pregare Statue
MAURO MONTACCHIESI
La vita è stupenda
Rileggo poesie
Venere luminosa
…di un fiore di Venus
Un'arida gleba deserta
LUIGI PALLADINI
Nonni
Autunno
I miei figli
Colpo di fulmine
Casetta dai robusti muri
LEDA PANZONE
Il treno della vita
Il vecchio poeta
Pensando a te
Triste notte di Natale
ANNA MARIA PAOLIZZI
Emozioni perdute
Andata e ritorno
GIANCARLO PERAZZINI
La Bellezza
ANNA MARIA PES
Luna sullo stagno
Dalla panchina
C’è il sole
Storia di un viale
Contrasti
LUCA PIERONI
L’epifania della bellezza
MARGHERITA PIZZEGHELLO
Felicità
Fenicotteri rosa
Vivere
Ogni volta mi commuovi
Con te fra le braccia
Adornami le braccia
ANGELO QUIETI
Oltressenda Alta (BG)
DANIELA QUIETI
Bellezza di Virtù
FABIOLA QUIETI
I borghi dell’abbandono
GIAMPIETRO RIGOSA
Bello è la parola giusta
DINO ROMAGNOLI
Terra
Biondo Pensiero
Pace
GIUSEPPE ROMANO
Ambulante
Frammenti da una storia vera
ALESSANDRO SAMMARINI
La bellezza
Raggio di luna
Fuochi nella notte
Le bolle
Navigando
Dipinto d'inverno
LIDIA SELLA
Dal "kalòs kai agathós" alla religione della bruttezza
ANNALISA TACOLI
Era una casa vicina al mare...
GABRIELLA TARTARINI
Di cosa si parla quando si parla di Bellezza
NELIDA UKMAR
Le pagine della mia Terra
Brezza estiva
Almost blue
Mandala Hosta
Oasi tra le canne
Ognuno al suo posto
Profumo di lavanda
La casa degli Angeli
La Quercia
MARIO VIOLA
Il mare nello specchio
La tua canzone nel vento
Emozione
Velieri dell’Anima
L'anima della pianura
L'ansito possente del mare
MARIA TERESA ZANELLA
Sirmione ancella del lago
Riflessi
Da Pratello il mio Infinito
LORENZA ZANONI
Il bello che vive in noi
La Bellezza dell’Amore
A mio figlio Alessandro
Il Fascino della Memoria, presentazione dell'antologia,
a cura di Rina Gambini
Prefazione alla raccolta di Pensieri ricordi testimonianze in poesia e in prosa
IL FASCINO DELLA MEMORIA
Nell’Ottobre 1984, in un’intervista comparsa sul quotidiano “Il Tempo”, il poeta italiano Luciano Luisi chiese a Jorge Louis Borges se, secondo lui, ci fosse differenza tra la poesia e la prosa e Borges gli risponde: “La differenza è nel lettore più che nel testo. Chi legge una poesia si aspetta emozioni, chi legge una prosa si aspetta argomenti e informazioni, ma essenzialmente sono uguali. Io ho provato tutte le forme di espressione, ma non c’è differenza. Una differenza tipografica, forse, ma nient’altro”.
Dunque, come si evince dal pensiero del grande scrittore argentino, per esprimere le proprie idee, le emozioni e i ricordi, non esiste un genere letterario privilegiato, perché va indifferentemente bene la poesia come la prosa. Ecco perché, accingendomi a dare vita ad una raccolta di per sé ricca di sentimenti, ho pensato che vi dovesse essere spazio sia per coloro che prediligono la sintesi immaginifica e la metafora della poesia che per coloro che amano la chiarezza e la concretezza della prosa. Tanto, la comunicazione col lettore è comunque immediata e il fascino della memoria non subisce decadimenti in nessuno dei due generi.
E poi, non si può non tenere conto che il ricordo ha tante sfaccettature, tante angolazioni, a seconda delle sensibilità personali e delle esperienze che lo hanno generato, a seconda dei momenti in cui la memoria prende il sopravvento sulla quotidianità. Questo rende estremamente variegata una raccolta di testi lirici e narrativi, tanto da farne veramente uno spaccato dell’anima individuale e sociale del nostro tempo e della nostra appartenenza al mondo italiano.
Così è nata questa raccolta antologica, che come quelle che l’hanno preceduta, vuole tornare al passato, ma non per languore nostalgico, bensì col preciso intento di non disperdere quei sentimenti che più di altri ci rappresentano: l’amore per la famiglia, per gli amici, l’infanzia e l’adolescenza serena, la nascita dei figli, la perdita dei propri cari, e non ultimo, il piccolo mondo che ci ha formato, le strade, le case della città storica o del paese. E poi, le avventure che hanno accompagnato il lavoro e lo svago, i pericoli della guerra, le gioie, le emozioni destate dalla bellezza dei luoghi, insomma, una infinità di motivi che vanno raccontati e fermati sulla carta affinché ne resti testimonianza palpitante e vera.
Come sempre, ai testi degli autori contemporanei, ho voluto affiancare testi di grandi scrittori e poeti entrati ormai nella storia, ed ho scelto, quando possibile, brani meno noti, affinché si potesse verificare come, al di là di ciò che è ben conosciuto da tutti, vi siano pieghe segrete del cuore manifeste in pagine di grande pregio ingiustamente trascurate. Ed anche in questo caso, la scelta è tra le più varie, spazia tra poesia e prosa, tra nostalgia e rimpianto, tra avventura e sentimento. Volutamente ho privilegiato autori italiani, perché desideravo che questo spaccato di vita rappresentasse le nostre radici, i nostri sentimenti, il nostro retaggio culturale. Insomma, il nostro essere italiani, di cui dovremmo essere fieri.
I lettori potranno constatare quanta diversità di emozioni rivesta la memoria. Le persone rievocate, i fatti che emergono dalle narrazioni, i luoghi che si stagliano con profili nitidi e vivi nel sentimento, sono indicativi di quanto il passato si imprima in noi, nel cuore e nella mente, senza dissiparsi nonostante il trascorrere degli anni. Un passato che, anche quando è strettamente personale, sa accogliere gli altri in un comune percorso esistenziale. Le storie del passato, qualsiasi esse siano, diventano, tutte insieme, storia dell’uomo.
Le mie riflessioni sulla memoria non vanno oltre queste poche note: che io creda nel suo valore è più che evidente dalla volontà di portare avanti questa idea e di valorizzarla, facendo sì che molti siano i lettori di questa raccolta. Del resto, all’interno troverete brani “filosofici” estremamente esaustivi sul tema, tali da oscurare qualsiasi altra considerazione.
A me resta il piacere di aver raccolto tante testimonianze, di aver curato con amore questa pubblicazione commentando ogni autore e di essermi sentita in mezzo a tanti amici che hanno immediatamente accolto e condiviso il mio progetto. A tutti il mio grazie, nella gioia di aver dato un contributo, se pur piccolo e insignificante, alla nostra cultura nazionale.
Rina Gambini
Sono inclusi nell'antologia i seguenti autori:
SIBILLA ALERAMO
Nostalgia di Sorrento
CLAUDIA ASTORI
Un salto di qualità
GIUSEPPE BENELLI
Una memoria collettiva contro la paura dello spaesamento - I luoghi come «casa per l’anima»
NARDINO BENZI
Io pellegrino davanti a mio Padre conseguo la gioia della Pace - Don Dante Lasagna - Un’ostia consacrata - Gli anni di mia nonna - Albeggiava - Bambino mi accosto a Gesù
SERENA BEONI
Il velo da sposa
MARIAGINA BONCIANI
11 Settembre - Un volto, un violino, una voce - L’incontro -Vecchia Milano -Il maniscalco - Il mio quartiere
ELLENICO BORRELLI
Puglia – Tavoliere – Milano –Sfida su pei monti – Ricordi di un bambino
LIA BURIGANA
Eccoci qua…
FRANCO CAMPEGIANI
Storia e destini dell’hinterland romano
ORNELLA CAPPUCCINI
Memoria – Dilatar del tempo! – Calendola – Sulla via Appia Antica – Luci e suoni – Vigilia di Natale – 3 Giugno – Reginetta per un giorno
RAFFAELE CAPUTO
Ombre dei ricordi – Il ricordo di un’amante Sul viale del tramonto - Saint-Christophe
GIOSUÈ CARDUCCI
Nostalgia
VITTORIO CASALI
Pensieri sotto le stelle
ENZO G. CASTELLARI
Ricordi di un giovane regista
ESTER CECERE
Testimoni del tempo - A pesca con la fiocina
GUALTIERO COMINI
Lunga fuga per la libertà
ANTONINO CUOMO
Un evento che cambiò la vita - Sorrento incontrò l’Inghilterra
CLAUDIO DE FERRA
Come in un film
EGIDIO DI SPIGNA
Terra di Liguria – Filastrocca di una sera d’inverno – Exodus - L’odò de Portivene
FRANCESCA FAVARO
Per la poesia, dalla poesia, la memoria
MARIA GRAZIA FERRARIS
Ombrellopoli
ALBERTO GATTI
Uragano
IGNAZIO GAUDIOSI
Arsura – Altane di Carozzo
EDDA GHILARDI VINCENTI
Oh, ricordi! – Era primavera – Come un dono – Brillavano le foglie… - La dimora di campagna – Non permettere…
ANNA GIACALONE
Nel tempo dei ricordi - Marsala - Nel ramo dei ricordi
GUIDO GOZZANO
L’analfabeta – L’amica di nonna Speranza
ADRIANA GUALANDI
Memoria – La pastasciutta – Mia Madre – Mio padre
HAFEZ HAIDAR
Giuro che vi salverò
RITA IACOMINO
Il tempo come fili sospesi – Mancanze – Petali e parole
GIACOMO LEOPARDI
Pensieri XIII – da: Zibaldone
MARIO MANFIO
La cicatrice – Rimpianto – Disincanto – Il tempo del Liceo – “Correva l’anno…” - Al mio maestro delle elementari
VERA MARCOLINI
Premessa – L’ultima vela – L’argine
FULVIA MARCONI
Viola - Giovinezza
MANUELA MAZZAROL
Un ricordo d’estate
STEFANO MELANDRI
Tre generazioni raccontano...
NADIA MOGINI
Trapassati molto prossimi – Il passo educato – Reperita iuvant – Separazioni – Ricongiunzioni – La su balia – Frizze – Haiku del tempo passato
EUGENIO MONTALE
Non recidere forbice quel volto… - Cigola la carrucola del pozzo…
CRISTIANA MUGERLI
Zia Rosa
ALBERTO NESSI
Sorelle, rovina dei poeti – Lutto - Grazie, Signore, del memento…caudato – Arrivano gli Unni – A rivederVi… - Addio – Pattume – Decantazione – Perché? – Padre nostro…
IPPOLITO NIEVO
Una vecchia cucina
LUIGI PALLADINI
Un lutto improvviso – In cerca di lavoro
ORIETTA PALMA NOTARI
Il fascino della memoria
LEDA PANZONE NATALE
Gli zampognari – Nonostante tutto – Scuola d’Antan – Le quattro stagioni – Ad un grande amore
DOMENICA PARRINO
Era la guerra…
GIOVANNI PASCOLI
Allora – Sogno
ALESSIO PASQUALI
Chimere – Camposanto di campagna – Un altro luogo, un altro tempo – Non c’è altro - Dipinta d’azzurro profondo
GIANCARLO PERAZZINI
C’era una volta L’Africa
GIANPIERO PERLASCO
Viaggio con i libri
ROSSANA PIANIGIANI
I silenzi – Nei ricordi della memoria – Ricordi - Il tempo meraviglioso dell’infanzia e adolescenza
LUCIA PIGIONA
Viaggio in Sicilia: il mito greco, terra dei nostri avi
DANIELA QUIETI
Rivedo un gelso – Le Virtù che non tramontano
GIAMPIETRO RIGOSA
Il colloquio con l’ex comandante partigiano
DINO ROMAGNOLI
La grande corsa – Vecchio mio
GIUSEPPE ROMANO
Pane caldo – Il volo dell’airone – Sipario – Impronte – In attesa dell’arca…
MARINELLA ROSIN BELTRAMINI
A Versa – Erano undici sul lago – Abu Ghraib – Vecchia stazione – La stalla di Martina – Un volo in musica
GIULIANA ROSINI
La “Sciapetta”
MAEROSA RUSSO
Cinquanta lire per un gelato
UMBERTO SABA
Sopra un ritratto di me bambino – da: Infanzia
RENATO SERRA
Ritratto di Carducci vecchio
VIRGINIA SORRENTINO
Quel pioppo altissimo – Mi tornano alla mente – Preferisco, mamma - Parentesi di ferragosto – Tra i cespugli di more – Cammino assorta – È come - “È pronto a… tavola!”
VALENTINA SPINETTI
La terrazza dei ricordi
GIUSI TAMBORINI
Saluti e baci
GABRIELLA TARTARINI
Otto
FERNANDA TESTA
Signore molisane dell’Ottocento: il gusto della pazienza
CARMELA TUCCARI
Cum grano salis
GIUSEPPE UNGARETTI
Se tu mio fratello – I ricordi
MARIA GRAZIA VACCHINA
Tra aquile e aironi – Vivere tra i monti Vecchio bordo – A Superga Radici
MARIA TERESA VERONESI
Il mio cane “cattivo”
MARIO VIOLA
Sassi – In questa corte dei miracoli Nell’harem della fantasia Storia contadina - Suadente stella di giovinezza Memorie inattese
RITA VITTOZZI
Noi che…
FABRIZIO VOLTOLINI
Caffè felicità
PIERFRANCESCO ZEN
Poesia – Eternità e dissolvenze – Sentinelle dell’ignoto
PRESENTAZIONE
Una cittadina dalla lunga storia, che è rimasta presente e viva nelle vie e nelle piazze, nel castello che la sovrasta e nei ricchi palazzi signorili, nelle torri e nelle chiese; un teatro settecentesco, vero e proprio scrigno di arte e poesia; una tradizione, anche culinaria, gelosamente custodita e preservata dall’incalzare della modernità; un alone di mistero che si conserva nelle narrazioni dei vecchi; un senso dell’ospitalità di origine antica, radicato nel costume locale e portato avanti anche dall’Amministrazione Comunale. Queste, e molte altre ancora, le caratteristiche che fanno di Pontremoli il luogo ideale per un Concorso che vuole rendere omaggio all’arte, in primis letteraria, poi anche in ogni sua manifestazione.
Nella scorsa edizione del Concorso, la prima, quella dell’esordio, i convenuti a Pontremoli hanno colto con pienezza il significato di una scelta non casuale e le positività di un incontro di pura cultura, che ha accompagnato i nuovi e vecchi estimatori della città a visite e convegni atti a conoscerla meglio. Una manifestazione culminata nella premiazione, nel Teatro della Rosa, che lo ha colmato di gente gioiosa, felice dell’esperienza, paga dell’opportunità di conoscere un luogo così affascinante. Infine, secondo la tradizione di cui ho accennato, un rinfresco di saluto che gli Amministratori hanno voluto offrire, affinché della giornata restasse anche il sapore.
Questa è Pontremoli, e questo il Concorso dedicato alle sue memorie, alle sue bellezze. Questo il percorso che ci proponiamo di rinnovare ogni anno, con il medesimo entusiasmo provato nel concepirlo e nel crearlo.
Siamo ben consapevoli che ogni evento letterario impostato come “gara” fa degli scontenti. È inevitabile che qualcuno, che aspirava ad un riconoscimento, che ambiva ad un premio, rimanga deluso. Fa parte del “gioco”: ogni giuria ha un suo metro, ha una sua visione dell’arte dello scrivere, e pertanto può accadere che opere giudicate diversamente da altre giurie si distinguano o si perdano. C’è, inoltre, il confronto con le altre opere partecipanti: accade che giungano numerose opere di elevato valore, pertanto, se pure con difficoltà, bisogna fare delle scelte, e la Giuria di “Città di Pontremoli” le opera nel massimo rispetto della neutralità.
Insomma, chi resta deluso non deve prendersela, potrà rifarsi in altra occasione, potrà cimentarsi con altri autori in una “gara” stimolante. Del resto, anche nei “certami” poetici di cui è costellata la storia della letteratura fin dalle origini, c’era un vincitore e un perdente, e, alla fine, tutto veniva rimandato all’anno successivo, affilando gli artigli per un nuovo incontro.
Diceva De Coubertain, riferendosi allo sport, che l’importante è partecipare; nella fattispecie essere letti, dato che siamo in una società dove la lettura è privilegio e passione di pochi, dove i nuovi autori hanno scarse possibilità di essere conosciuti. E poi, gareggiare significa, a prescindere dai risultati ottenuti, anche essere stimolati a fare di più e meglio oltre a mettersi umilmente a confronto con gli altri.
In questo, mi pare, stia il vero significato di un Concorso di letteratura, anche se, lo sappiamo bene, ed è umanamente comprensibile, essere premiati è gratificante per tutti.
Nel darci appuntamento per il prossimo anno, sperando che questa antologia riscuota il successo che ha sempre accompagnato le raccolte delle Edizioni Il Porticciolo, e soddisfi coloro che vi hanno aderito, saluto calorosamente ogni singolo partecipante al Concorso esprimendo la mia soddisfazione nell’averlo incontrato e conosciuto, anche solo idealmente, perché la poesia è il veicolo più efficace di conoscenza.
Rina Gambini
La nuova antologia edita da Le Edizioni del Porticciolo, in occasione del X Premio Europeo di Arti Letterarie Via Francigena 2012
Un editoriale di Giampietro Rigosa
Contrariamente al passato, quest’anno la cerimonia di premiazione del Concorso letterario “Via Francigena” non si tiene in una delle località poste sull’originario, omonimo tracciato medievale. Mentre le località che ci hanno ospitato durante le precedenti edizioni del Premio, come Fidenza, Pontremoli, Sarzana e Massa, nacquero come centri abitati proprio in ragione della “francigena”, Brescia è una città che, apparentemente, non sembrerebbe avere la pur minima relazione con tale importantissima arteria viaria, tuttavia si incorrerebbe in un grave errore di valutazione storica se si pensasse che la città, che si fregia del titolo di “Leonessa d’Italia”, e il suo esteso territorio abbiano avuto una storia avulsa dal contesto della viabilità medievale, che ebbe nella “Francigena” il suo fulcro. Anzi, si può viceversa affermare che Brescia, come Milano e Verona, sia stata una delle città dell’Italia Settentrionale ad essere maggiormente toccata dall’evoluzione che ebbe la viabilità facente capo alla “francigena” a partire dal XIII° secolo.
Il Duecento fu infatti il secolo che vide la grande fioritura del commercio internazionale anche grazie a quel processo che è stato definito di “moltiplicazione delle Vie Francesche”.
Il grande tracciato ad orizzonte sovra-regionale, per il fatto di mettere in collegamento l’Europa settentrionale con quella mediterranea, rappresentava per le regioni prossime, e anche meno prossime allo stesso, un fattore di attrazione e allo stesso tempo di irradiazione straordinario. Ciò contribuì a determinare una sempre maggiore articolazione della viabilità che portò ad affacciarsi sullo scenario internazionale regioni fino ad allora interessate da comunicazioni e traffici limitati. Si arrivò così alla valorizzazione e al potenziamento dei percorsi cisalpini e in particolare di quelli che conducevano ai valichi alpini (Sempione, Gottardo e Brennero) in alternativa al Gran San Bernardo e al Moncenisio. Si assisterà così alla proliferazione delle vie “francigene” o “francesche” così chiamate perché la loro destinazione finale era appunto la “regione dei Franchi” e a tale destinazione si giungeva comunque, una volta attraversati territori sino ad allora decentrati, grazie alla “francigena”.
“Via Francisca” sarà così il nome che assumerà il tracciato che, staccandosi dalla “francigena” vera e propria presso Vecelli, collegherà Milano, Brescia e Verona, nei pressi della quale transitava il percorso proveniente dal Brennero da poco affermatosi. Un percorso, quello tra Milano, Brescia e Verona, che diverrà, come rimane tuttora, l’arteria economica dell’Italia Settentrionale.
La notevole crescita economica indotta da questo processo di irradiazione della viabilità a partire dalla “francigena” sarà, paradossalmente, all’origine della perdita progressiva di importanza della stessa a favore dei nuovi tracciati colleganti il mondo germanico e il Mediterraneo.
Questo fatto, lungi dall’impoverire di significato il tracciato medievale per antonomasia, ci deve semmai invitare a guardare alla “francigena” per quello che effettivamente fu, un fenomeno con un suo intrinseco e incontenibile dinamismo evolutivo. Cosa, a ben guardare, ben poco circoscrivibile nell’orizzonte a-temporale e cristallizzato di certa pubblicistica a scopo turistico, la quale non aiuta certo a comprendere un fenomeno complesso e articolato quale è, appunto, quello della relazione culturale ed economica delle popolazioni europee che, grazie alla viabilità di orizzonte sovra regionale nata per ragioni religiose sull’asse Canterbury-Roma, porterà alla formazione del patrimonio culturale della nostra casa comune.
Giampietro Rigosa
Un concorso letterario dedicato a Pontremoli: un atto dovuto verso il patrimonio artistico e naturalistico di una città che affonda la sua storia in un passato lontano, una storia ricca di eventi, di testimonianze, di retaggi culturali.
Un concorso che coniuga poesia e arte figurativa, in un gemellaggio che rende omaggio al talento e alla creatività della regione lunigianese, in cui pittori e scultori trovano infiniti stimoli al loro spirito artistico, e sanno mettersi al servizio della poesia donando le loro opere per una competizione stimolante e per gratificare gli autori premiati.
Arte e poesia a Pontremoli si sono rivelate subito un’idea vincente, visto l’alto numero di partecipanti che si sono messi in gioco in questo nuovo concorso, a dimostrazione che il bisogno di confrontarsi e di essere letti è vivo e sentito, sebbene i premi di letteratura nel nostro Paese si moltiplichino sempre. Forse, questo bisogno necessita delle garanzie di serietà che noi abbiamo cercato di dare fin dalla stesura del bando, primo biglietto da visita verso gli autori, di una serietà animata dalla passione, dal condividere sinceramente le gioie del successo e la tristezza della sconfitta, nella certezza di un giudizio onesto ed equo.
I premi assegnati dimostrano la nostra apertura ad ogni tipo di poesia e di prosa, non soltanto a quella tradizionale, aulica, come spesso avviene, ma anche a quella giovane, innovativa, frutto di ricerca, o di un nuovo sentire. La presenza, poi, di tanti giovani adolescenti apre il cuore alla speranza che l’amore per la poesia, ed anche per la scrittura in generale, non vada perduto…
Dalla presentazione di Rina Gambini
Opere donate dagli artisti come premi del Concorso Città di
Pontremoli 2012
Matteo Arfanotti
Nato a Sarzana l’8 marzo 1974, residente a Fosdinovo di Massa, è artista affermato. Assai noto in Lunigiana e alla Calandriniana. Dopo la laurea in architettura (Firenze) si è dedicato alla pittura, la sua musa che dà ritmo e luminosità ai dipinti, come in questa icona di bellezza femminile realizzato a Nicola di Ortonovo. La dimensione fiabesca avvolge il mito della Grande Madre, la Terra. Matteo ha scelto qui la donna, espressione di dolcezza e di forza, ma è anche via all’eterno. Nel dipinto si nota nell’eterea levità di natura e sopranatura il decisivo orientamento dell’artista all’ allegoria, cioè alla realtà trasfigurata dalla luce e dall’essenzialità cromatica. Esiti prodigiosi dell’ocra e sue variazioni. Impiega spesso la tecnica mista, ma il colore preferito (ocra) attraversa i giochi chiaroscurali, trasfigurando la donna in movimento. Arfanotti prende spunto dalla cinematografia, dal teatro e dal fumetto, che estendono gli spazi su legno, pur conservando nella levità il mito e i riferimenti alla cultura delle stele. Il suo triangolo creativo abbraccia Liguria-Toscana-Emilia.
Info: 339 4163854; e.mail:
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Lorella Consorti
E' nata a Prato e risiede a Empoli (FI). Ha frequentato un corso di pittura con il Maestro Nardoni. È socia del Circolo Arti Figurative Empoli e Fornace Pasquinucci - Capraia Fiorentina (FI). Nel 2010-2011 ha esposto in varie Mostre collettive: Pisa Expo, Il Ghibellino – Empoli, Fornace Pasquinucci FI, Mostra Casole D’Elsa, Premio Presidente della Repubblica G. Gronchi di Pontedera. Nel luglio 2011 ha esposto in una Mostra personale alle Cantine Verdi di Cerreto Guidi. È stata premiata con il I Premio Assoluto per le Opere artistiche al Concorso Artistico Letterario “Ho diritto a…” 2010, patrocinato dalla Regione Toscana, dalla Provincia di Massa-Carrara, dal Comune di Aulla, dal Comune di Licciana Nardi, per la celebrazione della Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia, approvata dall’Assemblea Generale dell’ONU nel 1989 e istituita in Italia dalla legge 451/97. artista selezionata dal GAMEC, centro d’Arte Moderna di Pisa, “Dalla macchia al contemporaneo” anno 2011 e 2012, e dal Festival Piccolo Formato.
Ha avuto il riconoscimento come Artista Affermato al Premio Gronchi 2011 ed è stata finalista al Premio Kosmos 2011; è stata inoltre selezionata al Concorso OPEN-ART 2012 con esposizione nelle Sale del Bramante in Piazza del Popolo a Roma.
Luciana Lucchesi
pittrice autodidatta, nata ad Aulla, si specializza nella pittura ad olio ottenendo nel corso della sua opera un risultato molto personale di questa tecnica. I suoi quadri sono l’espressione naturale dei suoi pensieri, della sua vita, dei suoi sogni. Il suo soggetto preferito è la natura. Della sua produzione artistica si sono interessati, con vivo apprezzamento, autorevoli critici contemporanei.
Cristiana Mugerli
Residente a Levanto (SP), insegnante, coltiva da sempre l’hobby della pittura.
Rappresentare la natura (campagna. casolari, campi e prati, il fiume, il lavoro dell’uomo…), ma specialmente il mare, quel mare di Liguria e di Levanto, in particolare, città in cui vive e lavora, è per lei il modo migliore per trasmettere agli altri, attraverso la sua pittura, sensazioni ed emozioni che scaturiscono dal più profondo suo animo d’artista. Non paga della sola pittura per testimoniare il legame con la sua terra, trasfonde nella poesia e nella delicata prosa dei suoi racconti, sentimenti e passioni che paiono essere l’estensione ed il completamento dei suoi quadri. Ha esposto i suoi quadri in mostre personali a Portofino, nell’agosto 2004, a La Spezia - Centro Allende, nel luglio 2007, ed in collettive a La Spezia - Città delle donne – Centro Allende – nel marzo 1998; a Levanto - Sala mostre del Comune, nel marzo 2002; a Levanto - “ Donne, colori e creatività” Sala mostre del Comune, nel giugno 2003.
Antonio Piola
è nativo di Virgoletta, lo splendido borgo medievale situato a soli due chilometri da Villafranca Lunigiana, ed ha trascorso buona parte della sua vita a Milano. Appassionato di arte, ha alternato l’attività lavorativa con quella pittorica, occupandosi anche di promozione di mostre e di valorizzazione delle nuove leve dell’arte. Entrato in contatto con i frati della Certosa di Garegnano, in Milano, ha iniziato a collaborare con loro allestendovi importanti esposizioni. Non si è però mai allontanato dalla sua Virgoletta, in cui torna appena può, e in cui allestisce, con la collaborazione del Comune di Villafranca e con l’Associazione Manfredo Giuliani, di cui è socio, sue mostre. Pittore istintivo di grande sensibilità, ama rappresentare i luoghi cari alla sua anima e le persone che vi vivono.
Sergio Scantamburlo
Nato alla Spezia nel 1948, ha rivelato fin dalla più tenera infanzia un grande amore per il disegno, che lo ha portato a frequentare scuole d’arte e a dedicarsi alle più svariate tecniche artistiche. La sua prima personale data dal 1970; da allora ha partecipato a molte mostre collettive e ha allestite tante personali, è stato più volte premiato ed è apparso su numerosi cataloghi d’arte. “La pittura di Sergio Scantamburlo raccoglie la esperienza di mezzo secolo. Nei riflessi dell’impressionismo francese e italiano ha tracciato la proiezione della pittura, definendone le tematiche familiari e sociali, a lui congeniali. Pittore naturalista e con problematiche sociali, ha rappresentato con eguale talento angoli e scenari di Lunigiana e l’incanto degli interni, sia domestici che pubblici. Privilegia tanto i paesaggi quanto l’umile gente e i personaggi della storia locale. Grazie all’impiego di tecnica mista imprime ai dipinti un movimento e una grazia che li distinguono dalla pittura ufficiale, anche per il corredo cromatico centrato sulle linee di china, su violetto e ocra. I suoi azzurri sono sontuosi, i rossi caldi e pastosi. Più volte premiato, ha raccolto nel dossier insieme ai mecenati della sua pittura i consensi e gli apprezzamenti di un pubblico selezionato. La interiore liricità di Scantamburlo si espande in proiezioni di bellezza, che costituiscono oggi le istantanee più indovinate della sua ispirazione”, scrive di lui Giuseppe Luigi Coluccia.
Francesco Vaccarone
E' nato alla Spezia, dove tutt’ora risiede. Ha iniziato a dipingere giovanissimo, e fin dal 1957 ha esposto in mostre personali e collettive in numerose città italiane. Assurto a fama internazionale, negli ultimi dieci anni ha esposto in Polonia, dove ha tenuto anche un ciclo di conferenze all’Università, a Cuba, in alcune città degli USA, a San Pietroburgo, a Strasburgo, presso il Parlamento Europeo e a Bruxelles.
Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche e private, in musei e università di tutto il mondo. Della sua pittura si sono occupati i nomi più famosi dell’arte, a partire dal pittore Renato Guttuso al poeta Edoardo Sanguineti, al giornalista Aldo Forbice, fino a molti critici internazionali di grande rilievo.
Alberto Sparapani
Nato nel 1911 a Casale Marittimo, in provincia di Pisa, muore a Carrara il 10 gennaio 2004, dopo aver lasciato segni tangibili della sua arte incomparabile di scultore in
molte piazze e chiese d’Italia. Suoi, infatti sono il monumento ai Ragazzi del ’99 a Bassano del Grappa, il Monumento al Cavatore di Colonnata, sulle Alpi Apuane, il Monumento a Michelangelo a Caprese (AR) per il V centenario della nascita dello scultore, il Monumento a San Francesco a Santa Margherita Ligure (GE), il Monumento a San Giovanni Bosco, a Borgo San Martino (AL), la Sacra Famiglia di Pisa, e molti altri, oltre ad amboni, Via crucis e pulpiti. Bellissime le sue piccole sculture, innovative nelle forme e nei significati. Il bassorilievo donato dal figlio Silla, anche lui egregio scultore, vuole ricordare la figura magistrale di Alberto Sparapani.
Roberto Giansanti
Nato a Marino (RM) nel 1979, vive in Versilia, dove ha realizzato la sua attività artistica, e dove insegna Discipline plastiche presso l’Istituto d’Arte “S.Stagi” di Pietrasanta.
Si è laureato a pieni voti all’Accademia di Belle Arti di Carrara, ed ancora collabora con i docenti dell’Accademia per la realizzazione di opere scultoree. Dal 2003 partecipa a mostre collettive e ha esposto in prestigiose mostre personali.
Scolpisce preferibilmente il marmo, ma anche il ferro e la terracotta, con uno stile innovativo, fortemente plastico.
La sua ricerca si basa sul movimento in equilibrio dei suoi personaggi, in una tensione che è fisica, ma soprattutto interiore. “Sono forme scultoree sostenute da una tensione straordinaria, dove le masse materiche sfidano la forza di gravità, mentre un equilibrio sorprendente si instaura tra moto e stasi, quiete e velocità. Improvvisi sbilanciamenti vengono corretti in corso d’opera e bilanciati con scatti imprevedibili, arditissime torsioni.”, scrive di lui il critico Franco Campegiani.
Come tutti gli anni, a conclusione del
Premio Europeo di Arti Letterarie Via Francigena,
viene presentata l'Antologia
che contiene tutte le poesie premiate.
Una nuova antologia tematica de Il Porticciolo
"Caro Papà…"
Pensieri ricordi testimonianze in poesia e in prosa della figura paterna.
a cura di Rina Gambini
Abbiamo reso omaggio alla mamma, era doveroso farlo anche per il papà! Dopo Cara Mamma…, infatti, abbiamo voluto che anche i papà avessero un loro ricordo, qualche testimonianza dell’affetto e della riconoscenza, qualche volta, purtroppo, del rimpianto dei propri figli. Nasce da questo la nostra raccolta: dal bisogno di lasciare alle generazioni future, fermate sulla carta, le note di vita e di personalità di coloro che hanno segnato un carattere, un presente e un futuro, un destino nei propri cari.
In realtà la figura del padre non sempre ha una funzione immediatamente conciliante nella vita del figlio, specie se è maschio. Nella società occidentale, il ruolo paterno era concepito in modo autoritario, demandando a lui non solo il sostentamento, ma anche la parte decisionale della vita della famiglia. Nella società patriarcale i figli erano una sorta di proprietà del genitore, tanto che si venivano a creare contrasti più o meno espliciti, qualche volta passivamente subiti. Il padre-padrone, fatto salvo il lato affettivo e la buona fede, basata sulla convinzione di scegliere il meglio per il bene dei suoi figlioli, rivestiva così un ruolo che poteva pesare sul giovane, incapace, per convenzioni e per legami, di liberarsi del peso della volontà paterna.
Non pensiamo che questa situazione appartenga al passato. Certamente ai nostri giorni è ben raro che si creino motivi gravi di contrasto tra padri e figli, sebbene lo scontro generazionale sia costantemente in agguato. Se i genitori hanno ormai acquisito di dover rispettare le scelte e le inclinazioni dei propri figlioli, la loro influenza sulle decisioni tende ad essere ancora occultamente pesante, soprattutto nell’indirizzo professionale.
Eppure tutti i figli sanno che, nella maggior parte dei casi, i loro padri hanno agito per il loro bene, per facilitare loro il futuro, per farne degli uomini solidamente strutturati, sia caratterialmente che moralmente. E, se sono stati severi, a posteriori, e soprattutto con la maturità, se ne comprendono le ragioni e se ne apprezzano gli intenti.
Quando, poi, il papà manca, ecco che manca il punto di riferimento solido, quello che ha sostenuto la giovinezza con l’esempio e la comprensione. Si rivalutano le sgridate e le imposizioni, si ama la serietà formativa e a volte quella ruvidezza che nelle passate generazioni serviva per non cedere al sentimento di tenerezza verso i propri cari.
Essere genitori, e padri in particolare, data l’impostazione sociale di cui ho accennato, non è mai stato facile, in ogni tempo e in ogni luogo, ma il retaggio di responsabilità, di oneri morali e materiali, seppure anche di soddisfazioni e di gioie, è elemento insostituibile nella vita di ogni uomo. E tra padri e figli il legame resta indissolubile, anche nei contrasti e negli scontri, anche nei rimpianti e nei rimorsi, anzi, soprattutto in quel "avrei dovuto… avrei voluto…" di cui è costellato il pensiero e la memoria. L’unione viscerale con la madre diviene, con l’età matura, unione spirituale col padre, in un riconoscimento più arduo da raggiungere, ma non per questo meno sincero e partecipatamene affettivo.
Padri e figli: un dualismo che, tra strappi e conflitti, segna la continuità dell’esistere, il permanere di gesti, pensieri, abitudini, soprattutto affetti, di cui siamo portatori e tramite, passando ai nostri figli ciò che ci è stato lasciato, imprimendo nella famiglia quel segno distintivo che la fa unica e insostituibile…
dalla prefazione di Rina Gambini