Presentazione
Quanti Natali abbiamo tutti nel cuore! Quante ore liete, quante presenze care, quanti ricordi, quanti rimpianti!Legate alle feste natalizie, si snodano dentro di noi le memorie di un passato ricco di gesti e di tradizioni familiari, che sembrano essere state soffocate dal dilagante consumismo della nostra società. I valori di amore e di pace, che hanno contraddistinto la festa della Natività sembrano ormai relegati alla pura apparenza, ad un dire, e ad un agire, che non hanno altro fondamento che l’apparire.
La copertina della magnifica antologia poetica del Concorso Internazionale "Fortezza di Castruccio",
edita da Rina Gambini per il Centro Culturale il Porticciolo
Claudio de Ferra -Nel giardino di Ester
Il titolo della raccolta, “Il giardino di Ester”, è quello stesso del racconto che ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale di Letteratura “Fortezza di Castruccio” – Sarzana 2008, consistente, appunto, nella pubblicazione di un volume da parte del Centro Culturale “Il Porticciolo”.
La Giuria ha deciso di assegnare questo ambito premio ad un brano narrativo che l’ha affascinata per la ricchezza di annotazioni esistenziali e per la capacità dell’autore di ironizzare sulle debolezze della gioventù e, soprattutto, su quelle della vecchiaia. Senza drammatizzazioni né enfatizzazioni di sorta, de Ferra ha saputo tracciare un quadro particolareggiato, esauriente, sebbene sintetico, e toccante del declino dell’età, e lo ha fatto con sguardo scanzonato, talvolta malizioso, ma sempre attento e partecipe. Così il racconto si presenta come una lettura appassionante ed estremamente piacevole.
Gli altri racconti non sono certo inferiori: personaggi vividi e ben delineati popolano una miriade di “casi” di vita diversi, in cui i protagonisti si trovano a vivere, talvolta loro malgrado. Ne emerge una forza di carattere insospettata, una volontà di aderire al vissuto, che è foriera di riflessioni da parte del lettore, che vi aderisce con piena emozione.
Siamo certi che anche coloro che leggeranno queste pagine sapranno apprezzarne il valore letterario e umano.
Atti del Convegno di Fidenza Giugno 2008
Convegno:“Le vie di comunicazione nell’Europa antica e medievale”
Fidenza – Corte delle Feste – Palazzo delle Orsoline28 Giugno 2008
L’importante tema del Convegno ed il prestigio dei relatori, hanno decretato all’avvenimento un eccezionale successo. Ideato, organizzato, introdotto e condotto dalla Prof.ssa Rina Gambini, si è svolto in tre momenti:-
Dr.ssa Maria Grazia Vacchina: “Attraverso le Alpi: vie di comunicazione nel mondo antico”- Dr. Giampietro Rigosa: “Agli albori della Francigena”- Prof. Giuseppe Luigi Coluccia: “La via Francigena e il suo declino”
Sono intervenuti per un saluto: Davide Vanicelli – Assessore alla Cultura del Comune di Fidenza, Massimo Tedeschi – Presidente dell’Associazione Europea delle Vie Francigene
Le Edizioni del Porticciolo hanno pubblicato gli Atti del Convegno nella collana La Bussola
Un itinerario di Poesia
All’ombra del colle del Piagnaro, nell’antica Ponstremulus, vi abbiamo introdotto nelle suggestioni e nei profondi significati della Via Francigena, riportando alla luce, nell’arco dei precedenti cinque anni, gli autentici valori di un lungo cammino di fede, di cultura, di unione tra i popoli.
Varcata la soglia del primo lustro, abbiamo pensato che eravamo pronti per percorrere la strada dei pellegrini, con lo spirito nuovo e antico del contatto interpersonale e interterritoriale, proprio della storia medievale delle vie Romee, ed abbiamo scelto una tappa significativa del percorso, la città di Fidenza, che da sempre ne ha costituito uno dei centri maggiori, come Pontremoli, del resto, ed oggi si presenta come sede dell’Associazione Europea dei Comuni sulla via Francigena, e come meta di tanti pellegrini che, in tempi di rombanti mezzi di trasporto, scelgono il cammino a piedi, o in bicicletta, per valicare gli Appennini, rivitalizzando l’antica tradizione. Tradizione di fede, certo, e di scambi culturali, ma anche percorso iniziatico per ritrovare, attraverso la fatica e il sacrificio, l’autenticità del proprio essere uomini.
Eccoci qui, allora, come ogni anno, con lo stesso entusiasmo di sempre, e con nuovi amici, che si accompagnano ai fedelissimi, a ritrovare intatto in ognuno di noi il patrimonio che ha fatta grande l’Europa, ma soprattutto che ha fatto del territorio italiano un faro di civiltà, una meta da raggiungere per essere, a pieno diritto, cittadini del mondo. Un patrimonio che si costruisce senza dubbio sul passato, ma che si arricchisce nel presente, perché l’Italia, con le sue vestigia, con la sua arte incomparabile, può presentarsi costantemente ai cittadini di ogni nazione come l’esempio da seguire.
Un impegno che tutti gli uomini di cultura dovrebbero considerare prioritario, e che noi, con i nostri esigui mezzi, abbiamo perseguito con tenacia, tenendo vivo il ricordo del nostro antico retaggio. Non abbiamo, però, mai dimenticato di sostenere e promuovere la letteratura e l’arte di oggi, altrettanto ricca di quella di ieri, sebbene talvolta trascurata. Una grande risorsa umana e sociale, che, sconosciuta ai più, ha la capacità di essere vitale e di rinnovarsi col tempo e con i suoi sempre nuovi bisogni.
A tutti gli scrittori di oggi, pertanto, rivolgiamo il nostro apprezzamento, e l’invito a perseverare, affinché i loro sforzi, le loro parole, non vadano perdute. Continuando idealmente a percorrere la Via Francigena potremo incontrarci, conoscerci, trovare una comunione di idee ed intenti, che non potranno che fare più grande il nostro paese e la sua cultura.
Ringraziando tutti per l’assidua e sincera simpatia dimostrata, invito a proseguire insieme il cammino intrapreso con la gioia della comune passione per le lettere.
Prof. Rina Gambini
PRIMA ALETTA DI COPERTINA
Poesia solare, quella di Anna Giacalone, piena di luce del paesaggio e dell’anima, ricca di infuocate visioni e di ombre improvvise, che rispecchiano una velata malinconia.
Poesia mediterranea, dove cielo e mare si specchiano e si fondono con accesi colori, che via via assumono toni più lucenti, o più cupi, provenienti dal profondo del cuore.
Poesia della natura, che propone immagini aeree e soavi, mai astratte, sebbene sovente rispondenti a attimi di ripiegamento interiore.
Poesia spontanea e sincera, dettata da un mondo interiore di affetti profondi ed autentici, che sanno uscire dalla sfera familiare per abbracciare l’intera umanità.
Poesia da leggere, da gustare, da sentire e da amare, perché composta per vera passione ed offerta con la generosità di chi sa donarsi agli altri, non solo col gesto, ma soprattutto con la parola, per portare un alito di serenità all’ansia sofferta del vivere.
SECONDA ALETTA DI COPERTINA
Anna Giacalone è nata a Marsala, in provincia di Trapani e fino a quasi 25 anni, insieme ai suoi genitori, ha vissuto nella sua splendida città; dopo la morte prematura dei suoi, ha deciso di raggiungere sua sorella Caterina, che, insieme alla sua famiglia, viveva già a Brescia. Dopo aver svolto diversi lavori, nel 1981 ha iniziato a lavorare all’Ospedale Civile di Brescia. Nel 1986 ha conosciuto Mauro, che nel 1987 è diventato suo marito; dal loro matrimonio sono nati Davide, nel 1988, e Stefano nel 1990. Appassionata lettrice, coltiva molti altri interessi, soprattutto l’hobby della fotografia e quello del decoupage su vetro e su legno; da sempre grande sognatrice, proietta i suoi sogni nella poesia, l’ultima delle sue attività creative: sono sogni di felicità e di gioia, di affetti familiari e di ricordi di tempi passati, innocenti e puri, come il suo cuore che è rimasto fanciullo nonostante le tante vicissitudini della sua vita.
Iniziando a partecipare ai Concorsi letterari, ha ottenuto buoni risultati, con targhe e menzioni di merito. Pur non avendo pubblicato nessun libro individuale, le sue poesie sono presenti in numerose antologie poetiche.
Pina Paduano è nata a Portoferrario, nell’Isola d’Elba, nel 1927, ma è vogherese d’adozione, e attualmente risiede a Salice Terme, nell’Oltrepo Pavese. È stata traduttrice dall’inglese dei “Gialli Mondadori” sotto la direzione prima di Alberto Tedeschi e successivamente di Oreste Del Buono, ora è collaboratrice del “Giornale di Voghera”.Nel 2005 ha ricevuto la medaglia d’oro del Presidente della Repubblica Italiana per la poesia, nell’ambito della V edizione del Concorso Letterario Nazionale L.I.T.A.Il suo amore per la scrittura, che l’ha accompagnata per tutta la vita, ha avuto inizio con una poesia composta nel 1936: da allora la scrittura le dà il piacere di sentirsi unita agli altri, trasmettendo loro le sue emozioni. Ella, infatti, ama la vita in tutte le sue manifestazioni, e ritiene che la Poesia ne sia un elemento indispensabile.
Vivide e fresche come un fiore, scaturite da un cuore che sa costantemente rinnovarsi nell’intensità del sentimento, le poesie di Pina Paduano si offrono alla lettura come espressione immediata dell’amore.Semplici e delicate, contrassegnate da un linguaggio limpido e puro, in cui ogni singola parola ha il peso determinante del significato a cui vuole pervenire, le liriche si snodano attraverso un percorso lineare ed armonico, che ripercorre il filo del vissuto.La delicatezza del ricordo, la sua profonda interiorizzazione, muovono attorno alla figura dell’amato con esattezza di linee evocative. Il significato delle composizioni, però, travalica i confini dell’intimo e dello strettamente personale per assurgere ad esempio universale di comunione affettiva e spirituale col compagno di vita. In questa prospettiva neppure la morte può scindere un legame che si è protratto nell’arco di lunghi anni, e la poetessa è capace di rinvigorirlo tenacemente sulle ali della memoria e nella rievocazione dei momenti felici del passato, travalicando i limiti del tempo e dello spazio.A fare da contorno al sentimento, da cui nascono i versi, la natura nel rigoglio della sua pienezza accompagna gli episodi salienti della vita dei due protagonisti di questa silloge poetica, dal loro romantico, indimenticabile incontro all’attuale solitudine di lei, che pure sente ancora vicini i felici momenti della vita: “Nessun tempo, nessun tempo”, infatti, è trascorso da allora, ché tutto è presente e vivo in lei.Una poesia dell’anima, quella di Pina Paduano, nata spontaneamente e coltivata come un fiore che sboccia nel giardino del cuore, con i colori vivaci della felicità e la rugiadosa evanescenza del pianto, che è l’espressione di un amore di donna, che sa combattere la sofferenza e librarsi nelle immense, autentiche e sincere dimensioni del sentimento più puro. Rina Gambini
Una raccolta di poesie degli Autori premiati
Il nuovo libro di Alberto Gatti
Può la sfortuna condizionare la vita? Certo che può! L’importante, per sopravvivere, è non farci caso, meglio ancora, non prenderne coscienza.
Il protagonista di questo breve romanzo, Cornelio, è uno “sfigato”, ma è buono, non stupido, e si impegna a superare ogni avversità. Nulla di grave, ben inteso, piccole avversità, come colpire al basso ventre un vigile urbano, perdersi in un campo da golf americano quando si scatena un violento temporale, o affidare il proprio denaro (scarso) ad un faccendiere disonesto. Cornelio, però, non si dispera, guarda avanti, con fiducia nel prossimo e in sé, seppure ogni tanto lo sfiora una leggera ombra di dubbio.
In una fantasmagoria di “casi” fortuiti, il romanzo si snoda tra un sorriso e una risata, con la benevola ironia di un narratore attento ai valori autentici della vita. E con una morale.
Ai lettori divertirsi a scoprire il resto.
Note biografiche
Alberto Gatti è nato ad Arcola, in provincia della Spezia, e vive a Vezzano Ligure. Dopo aver trascorso gran parte della sua vita sul mare, come capitano di lungo corso, negli anni del pensionamento ha dato sfogo alla sua innata vena narrativa, ed ha prodotto alcuni romanzi e molti racconti. Tra i primi sono da segnalare i due pubblicati: “La Torre di Belem”, del 2000, e “La ragazza di Smirne”, del 2002, mentre alcuni altri sono in attesa di pubblicazione. I racconti inediti hanno più volte raccolto consensi nei Concorsi letterari, e alcuni sono stati premiati anche con il primo premio, cosicché l’autore ha deciso di raccoglierli in un unico volume, con il titolo “Sulla rotta della vita”. L’amore per il mare, parte integrante della sua personalità, ha connotato l’intera produzione narrativa di Alberto Gatti, che ama ambientare le sue opere prevalentemente su navi e porti, ponendo in rilievo i valori insiti nella vita dell’uomo di mare. In questo nuovo romanzo, “Cornelio”, l’autore libera la sua vis comica, sempre con occhio attento al vissuto e ai valori fondanti dell’esistenza umana e sociale. La sua capacità di narrare argomenti svariati aggiunge un nuovo traguardo alla sua già consistente carriera letteraria.
Il nuovo libro di Giusi Tamborini
Oscillando tra realtà e fantasia, in un misto di ricordi, riflessioni, misteri ed emozioni, l’autrice racconta episodi della sua vita. Non un’autobiografia, però, perché il “romanzo” c’è, è insito nell’intreccio delle vicende che si snodano in un alternarsi di eventi e pensieri, che portano per mano il lettore verso l’episodio centrale, su cui si fonda l’intera opera. Qui, mistero, scienza, avventura, danno vita ad un “giallo”, che immette nei segreti della ricerca biologica avanzata, di cui l’autrice prende a simbolo la cagnolina n.33. Intrighi e passioni, presenze arcane e sensazioni profonde, dinamiche esistenziali e amore per la natura: tutto in un romanzo che, partendo da note biografiche, giunge a tracciare complesse trame che avvincono e appassionano.
In copertina:
La cagnolina n.33, insieme agli scienziati Banting e Best. Toronto, 1921.