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Alessandro Sammarini
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Note biografiche

Alessandro Sammarini nasce a Rimini nel 1969 e, sempre a Rimini, consegue il diploma di perito meccanico. Sposato con Claudia Biliotti, hanno un figlio, Alberto. Lavora con mansioni tecniche presso un’azienda di Rimini. Tra i suoi hobby la fotografia e la musica (ha frequentato il terzo anno del corso di sassofono) . Ma la sua passione principale è rivolta alla poesia: ha ottenuto  riconoscimenti in concorsi letterari e ha pubblicato una prima raccolta di liriche.

Una nota autobiografica

Rimini, 5 Settembre 1969  nasce la mia storia. Infanzia, adolescenza e gioventù sono ricordi, appunti e fotografie che conservo gelosamente nell’album della memoria.L’avvenimento è un fatto che galleggia sopra l’istinto dell’età , è un video che si racconta, lo fermo sul momento  e mi pongo la domanda: perché? Tutto sembra ricollegarsi all’infanzia, al periodo dei perché, ma a pensarci bene è dalla domanda che parte l’analisi per trovare l’origine.Penso che la risposta generi una domanda e la domanda una risposta…è un mondo infinito il pensiero, proprio come quello che vedono gli occhi di un bambino.

Mi capita spesso di guardare il mio pensiero, ascoltare  i miei ideali e riconsegnarli sulla cattedra della discussione . L’esame con me stesso non finisce mai;  la vita detta i tempi e mi interroga. Fuori dalle mie mura non trovo riscontro, la mia introversione è un’etichetta, ma non mi ritengo un asociale, semplicemente trovo poche condivisioni in questa società.Il mio è un distacco, una separazione antica, contro chi ha giudicato la timidezza, ignorando il nome o deridendo il cognome, negando l’espressione del mio carattere.Lo definisco un congedo definitivo dalla presunzione e da quel fanatismo che porta all’assuefazione delle idee, alla negazione del confronto fino alla miseria intellettuale.Ho osservato a lungo chi ha indossato la toga e si è sentito così colto da poter giudicare con le parole, con le gesta o con un rapido sguardo.Ora vedo i “perché” rispondere nel perdono e posso affermare che nelle pieghe della sapienza sono soffocate le parole di conforto.

Non dimentico le mie fantasie, i miei sogni, non trovo neppure strano incontrarli di nuovo sul mio percorso di vita perché non sono semplicemente dei ricordi, ma sensazioni che nascono e vivono con me.Cresco con i dissidi e le conquiste dei miei compleanni, nelle esperienze maturano le mie emozioni che nell’amore ritrovano la mia identità.La mia è una marcia verso l’altare dove  lascio le incertezze e vecchie amicizie nelle cantine piene di fumo e poche parole.L’amore, in una delle sue più alte dimensioni mi presenta mio figlio.Da quell’istante  la mia riflessione  la porto anche nel presente;  penso che la casualità ha una scadenza e non sia una legge ed è così mi avvicino a credere in Dio.Il mio essere è fondato sull’inestimabile valore della famiglia e dal contenitore delle regole di convivenza, un principio fondamentale: il rispetto.Le bandiere non mi rappresentano, sono il limite del pensiero e il confine di un’ideologia mentre l’affermazione del rispetto sventola sulle vette più alte della coscienza.

Nell’ armonia nasce la mia passione per la musica, nella voce delle note  libero dalle catene della paura il desiderio di farmi conoscere, di condividere le emozioni senza sentirmi giudicato o dietro al tavolo della conferenza per giustificare la mia espressione.Ora mi ritrovo a scrivere e ricomporre un periodo della mia storia in poesie. La poesia è melodia…è tempo…la poesia è musica.Le parole sono le note, scritte per farsi leggere e suonare  fino ad accendere il proiettore dell’immaginazione, poi volano nei pensieri, illuminano le idee, vagano, elaborano, scompaiono nel lampo di una luce  per rinascere nella ragione.


Social media

https://www.facebook.com/asammarini

 

Premi

Anno 2013: terzo classificato nella sezione poesie al concorso letterario nazionale  “Autore di te stesso” organizzato da RecensioneLibro.it

Anno 2015: Premio della giuria Poesia edita al concorso di Letteratura a carattere internazionale CITTA’ DI PONTREMOLI

Anno 2015: Vincitore al II Concorso Nazionale di Poesia “…è Natale” Apollo Edizioni con le poesie  Con gli occhi di un bambino” e “L’attesa” pubblicate nel II volume “…è Natale” dal medesimo editore.

Anno 2016: Premio FINALISTI con la poesia “Le bracciate del profugo” al concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli  V edizione 2016

Anno 2016Lettere alla ragione Premio opera FINALISTA al concorso Internazionale di Poesia e Narrativa - Percorsi Letterari . "Dal Golfo dei Poeti Shelley e Byron, alla Val di Vara" 3^ edizione.

Anno 2016: MENZIONE D’ONORE con la poesia “Speranza” al concorso letterario a carattere nazionale “Poesie d’amore”  A.L.I Penna d’autore VII edizione 2016

Anno 2016: MENZIONE D’ONORE con la poesia “Lettera da Aleppo” al concorso letterario a carattere nazionale Mani in Volo III edizione 2016

Anno 2017: MENZIONE D’ONORE con la poesia “Dietro l'addio” al concorso letterario a carattere nazionale “Poesie d’amore” A.L.I Penna d’autore VIII edizione 2017

Anno 2017: MENZIONE D’ONORE con le poesie “Dietro l'addio” e "Anonimo" al concorso letterario a carattere nazionale Mani in Volo IV edizione 2017

Anno 2017: PREMIO DELLA GIURIA con la poesia “Il dubbio” al concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli VI edizione 2017

Anno 2017 : MENZIONE D’ONORE con la poesia “Il nostro fiume” al concorso letterario a carattere nazionale III edizione “SOGNI DI PIETRA”

Anno 2018 : DIPLOMA DI MERITO con la poesia “Il dubbio” al concorso Nazionale di poesia Alberoandronico XI edizione

Anno 2018: Premio opera FINALISTA al concorso Internazionale di Poesia – Speciale Donna 2018 con la poesia "L’abuso di uccidere"

Anno 2018: PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA POESIA INEDITA con la poesia “Le facce del dado” al concorso di Letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli VII edizione 2018

Anno 2019: Le facce del dado PREMIO SPECIALE DELLA CRITICA al Concorso di letteratura a carattere internazionale Città di Pontremoli VIII edizione 2019

Anno 2019: PREMIO TARGA EUTERPE con la poesia "Il Dubbio" al Premio letterario Città di Ascoli Piceno

Anno 2019: DIPLOMA D'ONORE con la poesia "Lettera da Aleppo" al Concorso Nazionale di Poesia Sogni di Pietra

Anno 2019: Le facce del dado Primo classificato al 14° Premio Internazionale di Poesia "Memorial Gennaro Sparagna"

 

Pubblicazioni

Lettere alla ragione


 

Dall'introduzione della silloge poetica di Alessandro Sammarini: Lettere alla ragione

Le mie poesie nascono da una profonda introspezione e sono proiezioni di immagini delle emozioni, sensazioni e stati d'animo.  Le mie poesie sono un continuo rincorrersi di parole, un dettato delle aberrazioni dell’equilibrio, un gioco ad intermittenza fra razionalità ed irrazionalità, fra immagini distorte e verità nascoste.

Questo mio cammino è un viaggio lungo un ventennio, dove in successione viene presentato un amore non corrisposto che porta inevitabilmente ad una crisi d’identità, sviluppandosi poi in una nuova relazione che raggiunge il coronamento del sogno d’amore. Si conclude con un’intensa analisi del periodo vissuto una sorta di rielaborazione del passato. Dall’alto dei tanti stati emozionali si descrive la visione nel tempo,  per spingersi con la mente a cercare e trovare delle personali verità.

La ricerca di me stesso è cominciata con l’intenzione di amare, il desiderio di innamorarmi.    L’amore è vissuto con una riflessione razionale ed una percezione infantile che scopre uno dei piani inferiori della paura, la paura di amare. Al rivelarsi delle paure si scoprono le ansie, difese personali che fanno fuggire da un pericolo irrazionale, fino a rivelare la verità, in questo caso me stesso. Dopo  alcune poesie s’incontra un pensiero ermetico che estrapola, con una frase, il disegno creato dalla poesia che lo precede. Per questo motivo ho intitolato “Lettere alla ragione” questa raccolta, perché  il pensiero è una lettera alla ragione.

 

Le facce del dado


Recensioni

Alessandra Galdiero: una recensione di Lettere alla ragione

http://www.recensionelibro.it/biografia-di-alessandro-sammarini

Alessandro Sammarini nasce a Rimini il 5 settembre 1969. Ama la poesia e custodisce gelosamente dentro di sé i ricordi dell’infanzia, dell’adolescenza e della gioventù.Ogni cosa, secondo Sammarini, si ricollega all’infanzia, a quando ci si domanda i perché di tutto e si analizza l’esistenza, seppur con leggerezza. Gli occhi di un bambino sanno guardare oltre, vedere cose che gli adulti neppure percepiscono.Sammarini non ha mai smesso di guardarsi dentro, di esaminarsi, interrogarsi sul tempo e la vita. Sensibile e introverso, il poeta trova la sua migliore espressione nelle parole scritte, nelle rime. Non ama chi giudica senza osservare a fondo, senza cogliere le sfumature.

Alessandro Sammarini dà enorme importanza alle sue fantasie e ai suoi sogni, che spesso incontra nuovamente lungo il cammino attraverso sensazioni che vivono in lui. Guarda verso il futuro, seppur con un occhio sempre attento al passato e ama con ogni parte di sé il dono più grande che ha ricevuto: suo figlio.Crede nei valori e nell’importanza della famiglia e negli anni si è avvicinato a Dio.Nutre, inoltre, una grande passione per la musica e desidera condividere le emozioni senza sentirsi giudicato e senza dover giustificare ciò che prova.In questi anni Alessandro Sammarini ha utilizzato la poesia per raccontarsi, per narrare la sua storia ritrovando nella poesia la musica. Attraverso la raccolta di poesie “Lettere alla ragione” il lettore potrà conoscere profondamente Sammarini e interrogarsi sull’esistenza. Il libro si è classificato terzo al concorso letterario “Autore di te stesso” 2013.

Alessandra Galdiero

 

Rina Gambini: una recensione di Le facce del dado

LE FACCE DEL DADO

Alessandro Sammarini

 

PRESENTAZIONE

È necessaria una particolare attitudine poetica, unita ad una eccellente sensibilità artistica e ad una capacità introspettiva non usuale, per conciliare il dettato lirico con riflessioni che definirei ‘filosofiche’ per la loro portata universale. È ciò che distingue la poesia di Alessandro Sammarini dalla tanta lirica intimistica, o amorosa, o semplicemente di sfogo, che prevale ai giorni nostri.

Già dal titolo di questa raccolta si intuisce lo scopo dell’autore: andare a scandagliare tutti gli aspetti di una questione, sociale o personale che sia, per arrivare a quella ‘faccia del dado’ che resta nascosta, sulla quale il dado stesso appoggia senza mostrarla. Una faccia importante, dunque, da indagare con attenzione, ma anche mutevole, perché ad ogni lancio cambia e crea nuove prospettive di riflessione.

A queste tante e varie riflessioni si appoggia la poetica di Sammarini, che percorre strade inesplorate osservando la realtà esterna, dolorosa, alienante, spesso amorale e disumana, e la riporta nella sua anima desiderosa di purezza e di giustizia. Così, tra i versi di denuncia o di amara constatazione della realtà contingente, appaiono le note vibranti della sua interiorità di poeta consapevole e al tempo stesso anelante la spiritualità.

Non vi è aspetto della vita odierna ch’egli trascuri, soprattutto quando si tratta di mostrare l’irragionevolezza, l’ipocrisia, la disumanità della realtà che affrontiamo giornalmente e che sovente non guadiamo, chiudendo gli occhi, ed il cuore, ai tanti mali che ci affliggono facendo vista che non esistano. Un dispiacere evidente, talvolta un vero e proprio senso di disgusto, si avverte dalle parole a stento contenute, vibranti indignazione e umana comprensione.

Verrebbe dunque da pensare che nelle numerose liriche che compongono questa raccolta manchi l’armonia e il ritmo: nulla di più errato, perché l’autore sa conciliare gli aspetti antitetici della sua ispirazione componendo versi agili, limpidi, piacevolmente musicali. Sarà per la sua natura di appassionato di musica e per la modernità del suo sentire, così vicino ai gusti dei giovani, essendo ancora giovane lui stesso; sarà perché nella musica si espande l’emozione e la si comunica con maggiore immediatezza al lettore; sarà perché la ricerca artistica non è mai isolata, limitata ad un’unica espressione; insomma, le motivazioni per fare musica coi versi sono veramente tante, tutte validissime e molto apprezzabili.

Il nostro poeta usa le parole con questo scopo: significare il percorso del suo pensiero, non sempre facilissimo da seguire e interpretare, e renderlo interiorizzabile con l’elemento ritmico, che è l’escamotage di coloro che conoscono a fondo l’uso delle parole stesse e il loro potere di suggestione. E il lessico di Sammarini non è mai banale, anzi ricorre spesso a termini capaci di colpire la mente e il cuore per condurli per mano nei segreti del suo dire poetico. Un lessico che si adegua con assoluta coerenza del significante al significato, regola prima per una comunicazione di pensiero e di suggestioni portata felicemente a termine.

Potrei annotare numerosi esempi di ciò che ho descritto traendoli dai versi delle liriche che seguono, ma preferisco offrire al lettore soltanto queste indicazioni che lo aiutino a comprendere pienamente le composizioni di questa silloge entrando con la mente nel pensiero dell’autore e fare sue le emozioni che vi sprigionano.

Del resto, una prefazione troppo lunga diventa noiosa, ed è già un successo che venga letta. Diceva l’ironico scrittore Dino Segre, in arte Pitigrilli, che la prefazione è quella cosa che si scrive dopo, si pubblica prima e non viene letta né prima né dopo. Voglio illudermi, invece, che queste mie brevi note siano utili per apprezzare nella giusta misura la produzione recente di un poeta che merita davvero tanta fortuna.

 

Letture

 

Il dubbio

Il dubbio,

dimensione della verità

di non essere, ma esistere

sulle frasi del pensiero

che non sventola

ma è nomade

per conoscere.

Oltre l’ambizione

il vincolo della certezza,

un limite

nel traffico della realtà,

che mendica

sui sentieri battuti

dalla storia.

La certezza giudica,

condanna,

è una spinta,

per cadere

nel vuoto di chi afferma,

per non scendere

dall’altalena di chi nega.

Il dubbio

è ragione

in attesa di conferma,

è candela accesa

al riparo di una mano

affinché fiamma non spenga

e dissolva fumo nell’ errore.

Recensione di Rina Gambini:

Avere dubbi è umano, ma non averne è segno di povertà interiore, perché solo attraverso il dubbio si conquista la verità: il poeta è ben consapevole dell'importanza di porsi domande, di non dare nulla per scontato, e lo afferma in una poesia che, nonostante il tema didascalico, sa esprimersi con elevate note di liricità. Molto interessanti sono le definizioni del dubbio che l'autore pone nella strofa conclusiva, che denotano una attenta analisi e un'acuta riflessione.

 

Le bracciate del profugo

Scorre il sudore della paura

fra le crepe del deserto,

l'affanno s'inerpica sulle sue sponde.

Mentre il vortice della follia

sospinge l'odore fraterno,

nello sguardo cade la disperazione

e dalle protese mani corre la speranza.

Conoscere la fortuna,

tuffarsi sopra la dignità,

lasciarsi cullare dal futuro

dove il sogno diventi una fuga,

il passato un ritaglio di giornale.

Questo mondo è troppo stretto

per le favole a lieto fine

e prima che l'orizzonte

apra il suo sipario

il faro diventa un particolare,

la terra un'icona

e le grida soffocate dall’onda

trovano la morte nel suo grembo.

 

Recensione di Rina Gambini :

Il dramma dei profughi fuggiaschi da guerre e povertà oscilla tra la speranza di una vita migliore, le difficoltà della fuga e talvolta il dramma della morte. Il poeta ne fa poesia con una forza espressiva che indica partecipazione emotiva e solidarietà, nella frustrazione di non poter essere d’aiuto a chi tanto soffre. Ma le sue parole sono intense e significative, la sua composizione è un monito a non essere indifferenti alla tragedia di tanti disperati.

 

Io giovane

Giovane

dai capelli lucidi e sempre curati.

Il tuo corpo è coperto dalla nera pelle,

il tuo passo sicuro non conosce ostacoli.

La simpatia

conquista l’ammirazione di chi ti ascolta.

Il carisma

aggrega  persone che seguono il tuo pensiero.

L’egoismo

calpesta i sentimenti altrui.

L’indifferenza e la presunzione

non ti fanno soffrire.

Giovane,

ti sto cercando.

Non mostrare le tue qualità

a chi non le apprezza.

Il tuo orgoglio e la tenacità

preservale per soddisfare te stesso.

Ritorna giovane.

 

Alessandro Sammarini, altre poesie

 

Il nostro fiume

Il nostro amore

sorgente di un grande fiume

scorre

nelle valli del tempo.

Una pioggia di giorni

gonfierà le sponde dell’immaginazione

fino a strariparne la gioia di un sorriso eterno.

 

Nello sfociar

non troverà fine;

nasceranno nuove sorgenti

e piogge battenti continueranno a scorrere

sul letto delle nostre emozioni

fino a raggiungere

l’inizio del nostro amore.

Da “Lettere alla ragione” – Edizioni Farnedi

Una poesia d’amore contenuta e sobria, in cui il sentimento, peraltro sincero e forte, non prevale su una poeticità classicamente contenuta nei limiti di un dettato elegante. Una lirica che si avvale del verso libero senza dimenticare le assonanze che danno musicalità al verso e il ritmo agile che rende armoniosa e piacevole la lettura. La metafora del fiume che scorre rende molto bene l’idea di un amore che, pur nello scorrere della vita, non perde vigore né intensità.

Da: Antologia “Città di Pontremoli” 2015

 

La bellezza

Dalle finestre dei giorni

coriandoli di luce

illuminano il palco della vita.

 

Cercami nella folla di abbracci,

un assopito conforto

risveglia la festa di umori rivali.

 

Sono nell’orchestra dei popoli,

la danza della musica

abbraccia i colori della pelle.

 

Accompagnami all’ingresso della dimora del dettaglio,

camminerai con le ruote dell'inabile

e vedrai gli occhi di un uomo aprirsi all’umanità.

 

Spogliami dalle coperte del destino,

vestirai famiglie depredate da una misera realtà

e con la carità conoscerai il sorriso della povertà.

 

Seguimi sulle orme della pace,

seppellirai armi assassine dell’innocente respiro

e sentirai scorrere le parole in una stretta di mano.

 

Innalzami sul vertice del messaggio:

sopra la dignità

non sventolano bandiere.

 

Siedo sul primo gradino della semplicità

mentre scendono lacrime di gioia

sulla culla del ventre materno.

 

Nasco davanti all'impotenza,

è stupore che giace

sulla tua bellezza.

 

Raggio di luna

Vedo attraversare rami di una siepe

da un candido e tenue

raggio di luna.

 

Lo seguo

per scorgerne la fine

o forse l’inizio del mio pensiero.

 

La sua carezza

sfiora i petali dell’immaginazione,

il profumo diventa colore.

 

La bellezza è sinfonia del silenzio,

le mie parole

emozioni.

 

La notte soffia sui petali:

incantevole è la loro danza

al respiro della dolcezza.

 

Raggio di luna

io ti rivedrò

nel ricordo di una notte d’estate.

 

Fuochi della notte

Un fuoco d’artificio.

Rami di fumo,

tuoni senza eco,

colori disegnati sulla tela della notte.

La gente alza lo sguardo al cielo,

gioca con la fantasia,

spinge il pensiero ai confini dell’immaginazione.

 

Io lo vedo nei tuoi occhi,

lo sento nella tua voce

allo schiudersi delle tue labbra,

nelle tue mani trovo il mio coraggio.

Continua a guardare in cielo,

apro gli occhi

e vedo la vita.

 

Le bolle

Mimica movenza di mani

sono sfondo le pareti di assopite menti

camminano su chi ferma gli errori e fissa i ricordi.

 

Un gioco,

scoppiare bolle di pensieri

prima che cadano sul vissuto pavimento.

 

Colorate immagini superficiali

profumi d'ingenua ragione

immatura trasparenza.

 

Panchine vuote

cestini d'ingordigia

strade di dimesse mutazioni attendono il disgelo.

 

Perfido e ingannevole

respiro di disperata difesa

il loro volo non è casuale.

 

Tentacoli minacciosi si avvicinano

morbide le gesta

eleganti nel loro imbarazzo.

 

Scoppiano una bolla,

un gioco,

poi si ritraggono opposti al significato.

 

Distratto dalle funamboliche mani

diventa chiaro il passaggio,

quante bolle davanti, quante proiezioni mentali racchiuse.

 

Fantasie del pensiero,

apparenze di esasperate immagini distorte,

personificazione di recondite paure.

 

Tremano le dita allo scoppiar  di un miraggio

quel tremore è difesa

per non varcare quel passaggio.

 

La porta nasconde emozioni

e poster da affiggere sulle pareti della mente

attendono il battesimo della volontà.

 

Un passo indietro

vede bolle del passato

riposare sul pavimento.

 

Un passo avanti

vede bolle del presente

dalle mani scivolare.

 

L'indecisione trascina i giorni

rappresentanti di numeri

che corrono velocemente e la vita non afferra.

 

Allor gioca immobile

aspettando che il tempo

lasci cader la più esausta delle bolle.

 

Guarda fiero quel passaggio

un giorno ricorderà d'averlo superato con un gioco,

le bolle.

 

Navigando

Volo sulle onde,

sopra quali misteri,

sopra quanta storia.

 

Quanti sguardi s’incrociano con il mio

dove fantasie senza pareti di utopia corrono

dove cielo e mar non hanno confini.

 

Salgo e scendo una realtà fatta a scale,

attraverso ponti,

vedo l’immaginazione nascere.

 

Sento il rincorrersi dei venti,

il tempo complice del gioco

nasconde le sue impronte.

 

Son seduto sulla vita,

la osservo, la respiro, la sento.

Volo sulle onde.

 

Dipinto d’inverno

Fiocchi di neve colorano il silenzio della notte,

sperduti casolari scaldano di fumo le stelle.

La luna dietro alle porte del sol d’estate

ora si specchia nei tuoi occhi.

Poche nubi in ciel

scivolano sui rami del freddo vento

noi abbracciati sulla riva del fiume

spettatori della corsa verso il giorno.

Vorrei essere sempre lì a guardar il cielo,

non importa se tutto questo

sfuma nell’illusione della fantasia.

Ciò che per me è vita

è con le mie braccia

abbracciar l’immenso.

 

Le sue poesie sono percorsi interiori che si snodano sulle ali dell’immaginazione, del sogno e del desiderio, alla ricerca di una bellezza superiore a quella contingente al reale. Sono versi talvolta scabri, altre volte eterei, sempre ben organizzati in composizioni sobrie e armoniose, che comunicano un pensiero ponderato, mai casuale. Un anelito alla purezza e alla bellezza che sta dentro le cose e le persone, il piacere di scrivere e di dare emozioni: in ultima analisi, la bellezza della poesia.

Da: Antologia “L’emozione della Bellezza”


6 luglio 2018_ Una nuova poesia di Alessandro Sammarini

Le facce del dado

 

La mano si stringe
in un pugno sudato
e mi sento lanciare
sugli eventi accaduti
che mi hanno snobbato.

Ogni volta ho atteso
il verdetto finale
su facce distratte,
smussate e corrotte 
da una vita che gioca di sponda.

Come un dado
ho le mie stagioni 
prigioniere dei suoi lati,
probabili illusioni 
di facce nascoste.

Così si rotola
sui lati incerti
senza darmi una scelta,
quindi mi logora cadere
sul mio tacere per sentirmi giudicare.

E si associa
il mio vivere
al valore di errori sommati,
una logica fredda
che rifiuta ascoltare.

Aspetto il mio turno
per essere gettato
come fossi in mano ad una bugia
che non si ferma nemmeno
quando il gioco si fa malattia.