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Aurelia Rossi
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Note biografiche  

Aurelia Rossi è nata in Carnia, a Interneppo, dove affondano le radici della sua personalità, ma è lunigianese di adozione, vivendo ormai da lunghi anni a Pontremoli. Esercita con passione la professione di insegnante, ma trova tempo per impegni di carattere culturale e per la composizione di poesie, che da anni fanno eco alla sensibilità del suo cuore.

Dedicta” è il secondo volume di versi della poetessa pontremolese, preceduto dalla pubblicazione di “Chirone”, avvenuta a Genova nel 1984, ad opera di Renzo Tolozzi con prefazione di Giorgio Saviane.

 Note critiche 

Poetessa schiva, aliena dai clamori, ama comporre poesie ricche di immagini e di sogni, nelle quali si percepisce il variegato substrato culturale, che le rende ugualmente piene di classicità e di modernità. La sacralità della natura, la custodia dei ricordi famigliari, la sensazione dell’esistenza oscillante tra la gioia e la sofferenza, gli affetti prepotentemente sentiti, appartengono al suo poetare, che li astrae dal contesto quotidiano e li universalizza nell’armonia del verso. Con splendente lirismo e con assoluta proprietà lessicale e musicale, ricercando sempre nuove forme espressive che si adattino al suo sentire, le poesie di Aurelia Rossi si esaltano nella melodia del canto. La luminosità dei suoi versi, però, non offusca l’acuta, talvolta sofferta disamina del vivere e dei rapporti con gli altri, che il suo cuore è portato ad idealizzare, ma purtroppo spesso apportano delusioni amare e difficili da accettare. Da qui una serie di composizioni ora gioiose, ora pungenti, che conducono il lettore alla comprensione di una poetica intensa e sincera, seppure attentamente controllata e abilmente strutturata. 

Letture

Fiori d’autunno

È giunto l’autunno così all’improvviso

che nemmeno ho udito impallidire il vento;

a ingannarmi sono stati certi fiori

di settembre, scialacquatori d’oro.

Raggruppati lungo i fiumi stanno ancora lì

a strafare, alti quanto uno sguardo,

imbroglioni senza ritegno o confusionari

di tempo e di età; o niente di questo

ma soltanto singhiozzi fioriti (o sfiniti)

un poco più in là. 

 

Di te  

… io lo so chi sei

e tu lo sai… 

E di te        di te        che ho a lungo amato

che dire se non        che m’hai abbandonata

così        sul ciglio        rosso di papaveri

di un prato sconosciuto

come si fa col cagnolino tanto coccolato

quando l’inverno è ormai svanito 

e via        via i rimorsi e la nostalgia 

hai proseguito senza troppo ripensarci

quella tua squallida e feroce via.  

 

A Beppe

È all’alba che

il gallo chicchiria

esortando al lavoro

gli abitanti        del suo

       recinto d’amore

ed è alla sera

che li richiama

ad una pace sicura. 

       Così     tu        amore mio

sei la certezza del mattino

che con forza m’incorona

ad essere speciale        tua rosa

tuo sole       e tua luna. 

Sei la sentinella della notte

che con il suo ardore l’aria profuma

sei l’aroma balsamico

che il mio sonno conforta

e rassicura.  

Anniversario d’amore

Un giorno per unirsi e un giorno per morire

ma tu ed io        mio sultano

non moriremo mai

Ripeteremo nei secoli

il passaparola        delle nostre esigenze 

Ci saranno occhi ambrati come i tuoi

dentro i quali guizzeranno felici

quelli acquatici        uguali ai miei 

E non ci lasceremo mai

e non ci perderemo mai  

 

Per Francesca

           nata per riconsegnarci

           quei "gioielli di famiglia"

           che credevamo perduti

Io mi innamorai dei tuoi

occhi turchini

così simili ai miei

così divini

Fanne di me       quello che vuoi

un bracciale

degli orecchini

ma non lasciarmi ad altri

Che io e te        in questo lago

da secoli siamo coinquilini

(da Dedicta)  

 

Per Michelangelo

A molti hai gridato di non morire

e tanti ne ha scrollati

e colpiti nel volto per farli reagire

A quanti hai asciugato il gelido sudore

 Tu mio combattente e guerrigliero appassionato

mi hai stanata dal nido in cui mi ero intombata

e di peso mi hai sollevata

all’abbraccio del sole

e al volo spiccato 

Così posso ben dire

che anche tu mi hai generato

(da Dedicta)    

 

Sofia

Soffio sospiro       luce     armonia

capitato nel buio della mia via

Che vuoi        Sofia

Forse incantarmi

forse stregarmi

forse disarmarmi

donandomi tutte le gamme dei rossi

per colorare il grigiore di casa mia 

Via      via      vattene      Sofia

Non vorrai ingannarmi

con quel tuo già consacrato vagito

con quel tuo odore riconosciuto

con quel tuo sguardo

pennellato

dei miei Avi

sul tuo essere         ripetuto

(da Dedicta)   

 

A Interneppo

A Inter Nepol

tra le celtiche divine muschiate

io nacqui cullata da goccioli folletti

e ancor oggi una fonte antica

ritma i miei sogni e ovunque

e ovunque vada       canta    chi sono

È vero son partita

ma è stato un lacero

uno scempio devasto uno schianto boato

una smania ferita        che nessun saggio

acquieta

e da allora       a niente

a niente mi sono mai veramente attecchita 

Ma un’orda è stolta se su una Regina impazza

per toglierle anche

il suo aurato rango

di fierezza 

Io con me ho portato lo sguardo perduto

delle misteriose acque del suo regno fatato

e l’odore del fieno antico

tutto il giallo che ho potuto

e tutto il verde più smarrito

in me l’ho intaccato 

È vero che son partita

ma ovunque sia andata

chi sono l’han capito

e da allora a niente

a niente mi sono mai veramente attecchita

(da Dedicta) 

 

Per le nozze di Deborah e Ettore

Pontremoli, 5 giugno 2004 

Sono coppe le loro mani

per i giorni assolati

e le labbra si perdono

nel balsamo del miele 

Orditi di porpora

              gocce d’ambra

e schegge di alabastro

tengono distante

il livido sguardo

allibito

da tanto fulgore

             splendente

 Il fiume scandisce il loro tempo

e inviolato ne disdice il silenzio

con il suo alito perlato

             di nettare tinto 

Verranno gli amici

             dai gagliardi rintocchi

a brindare ai loro giorni festosi

e alfieri saranno

             e numi

gloriosi nel dirci

che tutto va bene

e che sono

             che sono felici

(da Dedicta)

Dedicta” è il secondo volume di versi della poetessa pontremolese, preceduto dalla pubblicazione di “Chirone”, avvenuta a Genova nel 1984, ad opera di Renzo Tolozzi con prefazione di Giorgio Saviane.

 

 

Pontremoli, 5 giugno 2004