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Adriana Gualandi
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Note biografiche  

Nata a Bologna, dove ha frequentato l’Istituto magistrale "Laura Bassi" diplomandosi nel 1954, vive da molti anni a Padova, sposata dal 1956, madre di due figlie e nonna di quattro nipoti. Ha insegnato presso scuole statali normali, poi in classi differenziate e speciali, complessivamente per ben 38 anni di insegnamento. Specializzata per il recupero di alunni minorati psicofisici, della vista e dell’udito, si è sempre prodigata per il loro inserimento scolastico, credendo fortemente nel loro recupero.

Lettrice appassionata e instancabile, ha iniziato a scrivere poesie dall’età di 13 anni, ma soltanto di recente ha iniziato a partecipare a concorsi letterari. Da 4 anni segue un laboratorio di scrittura creativa nella sua città, e vi ha scoperto tecniche nuove, come l’haiku. Nell’aprile 2010 ha dato alle stampe una vasta raccolta poetica dal titolo Vita e poesia, per Le Edizioni del Porticciolo.

 

Note critiche 

"Adriana Gualandi, fin dal titolo di questa sua opera, ha voluto affermare la supremazia dell’esistenza sul fare poesia, e la scelta, a mio avviso, è estremamente opportuna, in quanto la poetessa padovana non si distacca mai, nei suoi versi, da quelle che sono le componenti della vita. Siano esse esperienze quotidiane, momenti di intimità familiare o incontri amichevoli, siano i bimbi che giocano nei giardini o le mamme impegnate nel menage casalingo, siano le visite a città d’arte o il piacere di ammirare mostre e musei, sempre si risveglia in lei il desiderio di comporre liriche in cui rispecchiare i sentimenti e le emozioni che si sono venute a creare nel suo cuore. Quando, poi, la assalgono i ricordi, ai quali si abbandona volentieri, in quanto mezzo per rivivere la felicità dell’infanzia e dell’adolescenza, ecco che l’anima si esalta in un brulicare di sensazioni, talvolta gaie e piacevoli, altre malinconiche, ma sempre fortemente vivaci e ricche di note interiori.

Con questa sorta di Antologia poetica, in cui ha raccolto il meglio della sua produzione, nel senso che vi ha incluso ciò che con maggiore incidenza rappresentava il suo pensiero e la sua ispirazione, la poetessa ha voluto fare un dono ai suoi cari, affinché rimanesse nel tempo, addirittura al di là del tempo, un messaggio di vita e d’amore che le è caro; ed ha voluto che le sue liriche fossero corredate dai disegni del nipotino, il quale, con molta sensibilità, ha colto le sfumature intime dei versi e le ha volute rappresentare con tratto sicuro e soprattutto con ampiezza di particolari.

Lo stile limpido e lineare, improntato ad una accentuata musicalità, con cui l’autrice accompagna versi generalmente piuttosto brevi, anche se talvolta più ampi, è l’espressione della semplicità e dell’immediatezza del suo sentire poetico. Notevoli sono le poesie dedicate all’infanzia, quelle che rispecchiano il mondo circense, o in cui viene rappresentato il gioco, nelle quali la sua esperienza di insegnante elementare la conduce verso la scelta di un dettato in grado di irretire la mente dei piccoli lettori. Non solo quelli, però, ché anche gli adulti vi ritrovano il segretamente custodito ricordo della purezza infantile e dell’innocenza di un’età priva di malizie e di cattiverie.

Se la poesia di Adriana Gualandi, infatti, ha un carattere prevalentemente personale, il messaggio che il lettore vi coglie immediatamente è proprio quello di un mondo perduto, in cui la solidarietà, la tolleranza, la purezza di pensiero e di azione sono le regole della convivenza e il sistema di rapporti spogliati dall’interesse particolaristico e dall’invidia per lo status altrui. Vi si percepisce, dunque, l’anima del "magister", inteso come guida e come indicatore di valori, che la poetessa ha fatto propria da molto tempo e non perde occasione di offrire ai suoi interlocutori. Un ruolo impegnativo, ch’ella assolve con sicurezza e con passione, sicura che siano le parole e l’esempio a dare una speranza per un futuro migliore.

La sua visione della realtà abbraccia affettuosamente tutto ciò che fa parte dell’esistenza quotidiana, dimentica degli sgarbi subiti e dei dolori sofferti, in un avvicendarsi di visioni poetiche e di immagini rasserenanti, che, anche nei momenti di malinconia, prevalgono nel suo dettato poetico, che è chiaramente frutto di un carattere solare e disponibile al confronto e al dono."

Dalla Prefazione di Rina Gambini a Vita e Poesia

 

Letture

Vita e poesia

La poesia sta nella vita
nelle piazze piene di gente
nelle macchine sempre più veloci
nel sorriso di un amico che incontri
nelle grida dei venditori al mercato
nel lavoro degli operai nelle fabbriche
nelle chiacchiere, nelle risate delle persone
nei treni, nelle navi, negli aerei
che ci portano in ogni luogo della terra
e nei veicoli che navigano nello spazio.
La poesia sta in ogni cosa che vive
nella bellezza straordinaria della natura
nella vitalità di miliardi di insetti
nella varietà incredibile degli animali
nella magnificenza di piante e di fiori.
La poesia sta nei baci che ci scambiamo
nelle lotte per migliorare il futuro
e negli occhi di tutti i bambini
che guardano fiduciosi al domani.
 

Melodie perdute

Note sospese
nello spazio
sciami di melodie
non captate
dalle tue orecchie
non trascritte
nello spartito.
Chiuso
il coperchio
della tastiera
silente
come il mio
dolore.


Anno nuovo, vita nuova?

L’anno vecchio agonizza
ora stan per bruciarlo
vado in Piazza Maggiore
voglio anch’io salutarlo
e vederlo morire.
Brucia e la svelta fiamma
termina in nero fumo
così verdi anni miei
in fretta vi consumo
e non mi resta nulla.
Anno nuovo: mi aspetta
forse una nuova vita?
Incognita che getta
una dolcezza infinita
profumata di pianto.
Nel cuore di ogni uomo
palpita un’illusione:
è la nostra speranza
è l’eterna canzone
è il respiro del mondo.


Passeggiata mattutina

Apro la finestra
al cielo immenso
alle grandi montagne
alle nubi vaganti.
M’incammino
nella luce dell’alba
nel profumo del bosco
nel silenzio del mattino. 

È sera

Finestra aperta sui monti
aria di bosco leggera
silenzio, profumo di pace
sommessa armonia della sera.
Si smorzano luci e colori
azzurre le cime lontane
velate da nuvole a strati;
rintocchi di lievi campane.
Ultimi voli di rondini,
fatata, irreale atmosfera
di quando ero ancora bambina.
Che dolci ricordi, stasera! 

Fiori e colori

È tutto punteggiato
di margherite il prato.
Petali bianchi
cuoricini d'oro
sull'erba verde
ammiccano tra loro.
E lungo i bordi
tra foglie seghettate
mazzi di ortensie
azzurre e rosate
dai colori fiammanti
si sentono importanti. 

Mio padre

Mi leggeva il Giusti
mio padre
e ridevo con lui
del voltagabbana
Girella
che a forma
di cerchio,
di rosa,
di stella
teneva
"per ancora
d’ogni burrasca
da dieci o dodici
coccarde in tasca"
da esibir
al momento
per ogni evenienza,
per ogni cambiamento.
Mi leggeva il Mazzini
mio padre
e imparavo da lui
l’amore per la patria
i sacrifici, le difficoltà,
gli eroismi, le abilità
per fare dell’Italia
"col pensiero e l’azione"
un’unica nazione.
Mi portava a spasso
mio padre
e in Piazza Maggiore
la folla in delirio
applaudiva il dittatore:
lui mi stringeva la mano
e mi diceva piano:
- Questa follia finirà
tornerà la libertà -.
Sorrideva giovane
gli occhi grandi
aperti al mondo
mentre comprava l’Avanti
che la sera mi mostrava;
trovava una risposta
a tutti i miei perché.
Sono questi i ricordi
che porto sempre con me. 

Letizia

Ricordo un porticato
tra due sassosi cortili
e sul fondo un giardino
ricco di aiuole fiorite
e di alberi da frutto.
Mi rivedo bambina
saltare allegra la corda
giocare a nascondino
fra piante profumate
o in ripostigli segreti.
Riprovo la gioia
di quei giochi innocenti
felicità irripetibile
che mi ha lasciato
il suo profumo nel cuore.
E nelle sere d’estate
guardavo rapita
il firmamento
per appropriarmi delle stelle
in un tremolio di luci.

 

La nuova raccolta poetica di Adriana Gualandi:

Poesia e Vita

Sample Image
7 febbraio 2011
HAIKU, di Anna Gualandi

In un universo letterario contrassegnato dalla ricerca del nuovo, e non di rado dell’esotico, si va affermando l’utilizzo della tecnica giapponese dell’Haiku, creata nel XVII secolo. Si tratta di un componimento poetico di tre versi composti da cinque, sette e di nuovo cinque sillabe. La poesia dell’haiku ha toni semplici, senza fronzoli lessicali e congiunzioni, addirittura senza titoli, e si propone di riprodurre le suggestioni della natura nelle diverse stagioni. Data l’estrema brevità delle composizioni, è necessaria una grande sintesi di pensiero e d’immagine. L’haiku si distingue per le sue scene rapide ed intense, che rappresentano, in genere, le emozioni che la natura lascia nell’animo del poeta, dell’haijin, in giapponese. La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, quasi come una traccia che sta al lettore completare.

Si calcola che in Giappone vi siano più di dieci milioni di persone (circa il 10% della popolazione) che si dilettano a scrivere haiku e quasi ogni giornale nipponico ha una sezione riservata a questo tipo di poesia. Entrato in occidente, come interessante soluzione al problema della ricerca poetica di una sintesi espressiva, ha trovato il consenso di illustri esponenti della letteratura moderna, quali Jack Kerouac, Jorge Luis Borges, e da noi Edoardo Sanguineti, che si sono felicemente cimentati nella tecnica dell’haiku.

Anche Adriana Gualandi ha voluto comporre brevi liriche seguendo le regole degli haiku, e le ha volute raccogliere tutte insieme, com’ella stessa dichiara, quelle riuscite meglio e quelle più incerte, in quanto le ritiene un momento impegnativo e magico della sua produzione di poetessa che ama esprimere le proprie emozioni di fronte al miracolo della natura che si rinnova, e nello stesso tempo testimoniare le vicende dell’esistenza personale e di quella che la circonda, con le ripercussioni sulla sua più intima sensibilità di donna.

È interessante che una poetessa come lei, che ha dato esempio, nella precedente pubblicazione, Vita e poesia, di una liricità che si muove tra il narrativo e il didascalico, pur attenendosi alle necessità tipicamente poetiche di armonia e musicalità, che ha osservato la realtà intorno a lei e dentro di lei per tradurla in versi, si sia interessata a un modo espressivo scarno, essenziale, basato sulla parola pura, semplice, priva di nessi logici e sintattici. Probabilmente ella ha trovato in questa sintesi espressiva il modo di manifestare le sue emozioni senza nulla aggiungere alla mera sensazione, quasi in un istintivo pudore del proprio sentire più profondo e interiore. Forse, sperimentando nuove forme, ha trovato nuovi impulsi che hanno arricchito la sua voce poetica, senza mai abdicare alla sua vocazione di osservatrice della vita, di quella quotidiana degli uomini come di quella scandita dai ritmi della natura.

Da qui nasce la divisione di questa raccolta in due sillogi, Natura e stagioni e Vita quotidiana, in quanto queste "preziose piccole gemme", come le definisce all’inizio del volume, siano dei doni di saggezza e di sensibilità, custoditi nel "forziere" del libro ed offerti ad amici, parenti, conoscenti, ma anche al lettore che per la prima volta ne incontra la poetica, come perle di una poesia tutta femminile, una poesia che nella sua assoluta attualità e immanenza sa elevarsi a messaggio universale di serenità, concordia e rispetto reciproco.

Rina Gambini