Lucia Pigiona |
Note biograficheLucia Pigiona è nata a Trieste nel 1952 e tuttora vi risiede. Dopo la scuola dell’obbligo, frequenta il liceo classico “F. Petrarca” e vi si diploma nel 1970, poi si laurea in Medicina e Chirurgia presso l’Ateneo triestino e si specializza in oftalmologia a pieni voti. Nel corso degli anni, oltre ad espletare la propria professione in ambito ospedaliero con piena soddisfazione, coltiva numerosi interessi in campo artistico, come il teatro, al musica, l’arte ed in particolar modo la poesia. Fin da piccola, infatti, adora leggere e declamare le poesie di Prevert, Neruda, Shakespeare. Da qualche anno partecipa a concorsi letterari e vi consegue risultati lusinghieri, che la fanno conoscere nell’ambito culturale della sua città e nazionale. È presente in molte raccolte antologiche, ma non ha ancora pubblicato alcun libro personale.
Note critiche
Essendo nata in una città mitteleuropea, foriera di forti stimoli intellettuali, sente il bisogno di esprimere la propria carica vitale attraverso i versi poetici, duttili forme, plasmabili come la materia informe della “bora” e del mare, che lambisce la sua “aspra” città. Nascono, così, le sue liriche che hanno la concisione asciutta e concreta di chi sa con sicurezza ciò che vuole dire, ma anche la delicatezza e l’intimità di chi osserva il mondo con gli occhi del cuore. Instancabile viaggiatrice, vuole conoscere le realtà più recondite dei paesi che visita e da queste esperienze interiori nascono belle composizioni liriche e ameni racconti. Anche nelle poesie dedicate ai luoghi, però, la poetessa non si lascia irretire dalla tentazione descrittiva, ma si attiene al palpito della sua anima, che si esalta di fronte alla bellezza e all’armonia.
Recensioni
Pervenuta ad una elaborazione sintetica della poesia, l’autrice percorre i fili della sua interiorità cogliendo occasioni reali per esprimerle liricamente. Le accade quando vede il volo delle farfalle, che le fanno pensare alle sofferenze d’amore; le accade quando vede la città dalmata protesa sulle aride rocce marine, e la sente simile all’asprezza della sua anima. Con grande abilità riassume in significativi vocaboli, talvolta in essenziali metafore, la sua visione interiore, che si esprime liricamente con assoluta proprietà stilistica. Dall’Antologia “Città di Salò” 2008 – a cura di Rina Gambini
Letture
Farfalle Lacerazioni d’amore: turbinii di farfalle implodono su fiori profumati nella fantasia del mio divenire donna.
Dubrovnik Come conchiglia giaccio su queste rocce aspre di isola selvaggia, brulla come i miei desideri, incarnati nella spuma che scivola verso la spiaggia.
Nubi Quando la parola si fa metafora, nasce la poesia: è ciò che avviene in questa breve composizione, in cui praticamente ogni verso si trasforma in metafora, in cui ogni parola travalica il significato contingente per acquistare un più ampio spazio espressivo. Merito, appunto, delle scelte lessicali operate dalla poetessa per sintetizzare adeguatamente il suo pensiero e non dare spazio eccessivo alle emozioni, tenendole aderenti a elementi concreti che la circondano. Il risultato è di una lirica interessante ed emotivamente coinvolgente. Dall’Antologia “Città di Salò” 2009 – a cura di Rina Gambini
Nubi di madreperla, madrepore selvagge si avvinghiano allo scoglio, piccole tracce di noi in questo alambicco di vita, crogioli di gioia come sirene spumeggianti delle acque marine.
Fuochi Fuochi fatui su volti in penombra, lotte di donne alla ricerca della propria identità di libertà, oceani di discordie in perenne movimento lunare, vane attese di felicità.
Salò Case affacciate sul lago, atmosfera rarefatta da fiaba, nostalgia di musiche antiche, dolcezza inebriante di cose antiche, sogno di tempi perduti.
Pellestrina Fondali di sabbia grigiastra, alghe verdi su pietre rosate, solitudine marina su un’arena di gabbiani: in fondo un campanile marrone svettante su questo mondo sommerso, incantato di fiaba antica.
Gardenia Dolci gardenie d’amore, come il volto puro di madre che mi ha generato, dolci petali di fiori sparsi su un letto di nostalgie perdute e pur sempre ritrovate nel volto tenero di persone amate.
Piazzola sul Brenta Respiro erba antica tra salici piangenti, lungo un viale di tigli che ombreggiano la mia vita al tramonto.
Chioggia Incanto d’acque salmastre, tra case abbarbicate alla laguna, piccole tracce veneziane in un dedalo di vicoli fiorati, arabeschi di luce tra briccole chioggiotte.
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