La nuova raccolta poetica di Ildefonso Rossi Urtoler
Quattro settimane per tornare ad essere se stesso, per riappropriarsi della propria vita, per riavere il controllo sulla mente e sul cuore. Quattro settimane per trasformare ogni spazio del giorno in uno spazio poetico, specchio di quel segmento interiore che, in quello scampolo di tempo, si è andato ricostruendo.
La psicanalisi affermerebbe che lo scrivere funge da una sorta di autoanalisi, che aiuta a rimuovere il problema inconscio. Ma per Rossi Urtoler il problema non è per nulla inconscio, è un problema vero, reale, dovuto ad una grande perdita, quella della moglie amata, che lo ha lasciato svuotato, incerto, senza volontà e, tanto meno, entusiasmi. Ha trascinato così alcuni difficili mesi, poi, in quattro settimane di poesia, ha salvato se stesso dall’annullamento.
Non dobbiamo fare l’errore di pensare che in un così breve tempo egli abbia superato il dolore, lo ha soltanto esorcizzato: la sofferenza della solitudine, del vuoto intorno e dentro, permane ed è visibile nei versi di questa bella silloge dalle intense note intimistiche, ma su quella, che porta soltanto annientamento di sé, prevale ora l’accettazione della volontà divina, la consapevolezza della precarietà umana, dello scorrere inesorabile della vita a cui bisogna sempre dare un senso.
Dalla Prefazione di Rina Gambini