La terra natìa ha ispirato, fin dai primordi, versi immortali ai poeti. Come non avrebbe potuto farlo una terra così ricca di bellezze, di storia, tradizioni, monumenti, come la Lunigiana, ad un poeta sensibile ed innamorato, quale Oreste Burroni?
Egli, che pure l’ha resa protagonista di tante liriche, è andato oltre il puro omaggio alla sua terra: ha concepito per lei un cantico, in cui tocca ogni aspetto, ogni sfaccettatura del territorio che va sotto il nome di Lunigiana Storica, inteso non come la sola valle che si estende dai piedi del passo della Cisa alla foce della Magra, bensì come enclave che abbraccia la medievale sede vescovile di Luni.
Borghi e città hanno uno spazio rilevante nello svolgersi del cantico, uno spazio descrittivo, che tende ad esaltarne le migliori caratteristiche ambientali e monumentali, ma non mancano personaggi del passato, che hanno fatta grande questa terra, e del presente, che ne portano avanti le tradizioni di cultura e di amore per i libri.
Un panorama vasto, che Oreste Burroni ha sviscerato, analizzato, ampliato con la passione che contraddistingue il suo operato di poeta, ma in cui, soprattutto, ha infuso il profondo affetto che lo lega ai paesi, ai monti, agli uomini di Lunigiana.
Il risultato di tanta fatica, però, è sicuramente esaltante: "Il Cantico della Lunigiana", sebbene di primo acchito spaventi per la sua lunghezza, appassiona e avvince il lettore, lo porta ad immergersi nel mondo di bellezza e di luce che lo contraddistingue. Non a caso, infatti, il poeta ha posto come sottotitolo "Il Poema della Luce": luce della storia, che investe i luoghi, teatro di millenari eventi; luce del cielo limpido di luoghi incontaminati; luce della poesia, che illumina i versi appassionati dell’opera; luce di una interiorità pura e partecipe, che è quella del poeta.
Rina Gambini