Haiku

In un universo letterario contrassegnato dalla ricerca del nuovo, e non di rado dell’esotico, si va affermando l’utilizzo della tecnica giapponese dell’Haiku, creata nel XVII secolo. Si tratta di un componimento poetico di tre versi composti da cinque, sette e di nuovo cinque sillabe. La poesia dell’haiku ha toni semplici, senza fronzoli lessicali e congiunzioni, addirittura senza titoli, e si propone di riprodurre le suggestioni della natura nelle diverse stagioni. Data l’estrema brevità delle composizioni, è necessaria una grande sintesi di pensiero e d’immagine. L’haiku si distingue per le sue scene rapide ed intense, che rappresentano, in genere, le emozioni che la natura lascia nell’animo del poeta, dell’haijin, in giapponese. La mancanza di nessi evidenti tra i versi lascia spazio ad un vuoto ricco di suggestioni, quasi come una traccia che sta al lettore completare.

Si calcola che in Giappone vi siano più di dieci milioni di persone (circa il 10% della popolazione) che si dilettano a scrivere haiku e quasi ogni giornale nipponico ha una sezione riservata a questo tipo di poesia. Entrato in occidente, come interessante soluzione al problema della ricerca poetica di una sintesi espressiva, ha trovato il consenso di illustri esponenti della letteratura moderna, quali Jack Kerouac, Jorge Luis Borges, e da noi Edoardo Sanguineti, che si sono felicemente cimentati nella tecnica dell’haiku.

Anche Adriana Gualandi ha voluto comporre brevi liriche seguendo le regole degli haiku, e le ha volute raccogliere tutte insieme, com’ella stessa dichiara, quelle riuscite meglio e quelle più incerte, in quanto le ritiene un momento impegnativo e magico della sua produzione di poetessa che ama esprimere le proprie emozioni di fronte al miracolo della natura che si rinnova, e nello stesso tempo testimoniare le vicende dell’esistenza personale e di quella che la circonda, con le ripercussioni sulla sua più intima sensibilità di donna.

È interessante che una poetessa come lei, che ha dato esempio, nella precedente pubblicazione, Vita e poesia, di una liricità che si muove tra il narrativo e il didascalico, pur attenendosi alle necessità tipicamente poetiche di armonia e musicalità, che ha osservato la realtà intorno a lei e dentro di lei per tradurla in versi, si sia interessata a un modo espressivo scarno, essenziale, basato sulla parola pura, semplice, priva di nessi logici e sintattici. Probabilmente ella ha trovato in questa sintesi espressiva il modo di manifestare le sue emozioni senza nulla aggiungere alla mera sensazione, quasi in un istintivo pudore del proprio sentire più profondo e interiore. Forse, sperimentando nuove forme, ha trovato nuovi impulsi che hanno arricchito la sua voce poetica, senza mai abdicare alla sua vocazione di osservatrice della vita, di quella quotidiana degli uomini come di quella scandita dai ritmi della natura.

Da qui nasce la divisione di questa raccolta in due sillogi, Natura e stagioni e Vita quotidiana, in quanto queste "preziose piccole gemme", come le definisce all’inizio del volume, siano dei doni di saggezza e di sensibilità, custoditi nel "forziere" del libro ed offerti ad amici, parenti, conoscenti, ma anche al lettore che per la prima volta ne incontra la poetica, come perle di una poesia tutta femminile, una poesia che nella sua assoluta attualità e immanenza sa elevarsi a messaggio universale di serenità, concordia e rispetto reciproco.

Rina Gambini

Altre Informazioni

  • Edizioni: Edizioni Il Porticciolo
  • ISBN:
  • Anno:
  • Autore:
Vai Su