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Paola Massoni
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Note biografiche

PAOLA MASSONI

Soprano pop-lirico,

autrice, compositrice, performer

Nata a Lucca. Soprano lirico e pop, compositrice, pianista, performer, autrice di testi teatrali, poesie, racconti; artista dalla personalità eclettica, particolarmente apprezzata per la sua espressività e le sue doti attoriali e comunicative, svolge attività compositiva e concertistica in Italia e all’estero, coniugandola con l’attività didattica.

Dopo la maturità classica, si è laureata con il massimo dei voti e la Lode in Canto e Discipline Musicali presso l’Istituto Musicale Mascagni di Livorno, in Lettere Moderne ad indirizzo storico-musicale presso l’Università di Pisa e in Pianoforte presso l’Istituto Musicale L. Boccherini di Lucca; è attualmente docente di Materie letterarie presso l’ISI Fermi di Lucca e di Canto, Rieducazione vocale (Metodo Barthélémy, conseguito nel 2012 a Parigi) e Pianoforte presso la Scuola di Musica Ass. Kalliope, Accademia della Voce Artistica, della quale è fondatrice e presidente. Duttile voce, il suo repertorio spazia dalla musica sacra, all’opera, dalla musica da film alle canzoni d’arte e alla musica contemporanea e world music. Nelle sue composizioni, in cui spiccano dolcezza melodica e varietà armonica, ama sperimentare la commistione tra i vari generi musicali.

Ha inciso alcuni album sia come interprete (Belcanto, Songs for Christmas) che come compositrice (Alkemèlia). Si è esibita in opere, concerti, in Rai e in importanti festival musicali con artisti di rinomata fama, tra cui Albertazzi, Albano, Bocelli. Vincitrice di borse di studio e concorsi nazionali e internazionali di canto lirico, ha ricevuto premi e menzioni d’onore per i suoi testi poetici e narrativi. È tra gli autori dell’Antologia dedicata al 50° anniversario del Premio Nobel Salvatore Quasimodo, curata da Aletti Editore, e dell’Antologia Omaggio a Leonardo dedicata ai 500 anni dell’anniversario di Leonardo da Vinci per la Ibiskos-Ulivieri.

Per la Trilogia I Misteriosi Mondi di Mèlia, sua prima pubblicazione, ha ottenuto al Concorso internazionale di Letteratura Città di Pontremoli 2018, il Premio Speciale “Scrivere per il teatro”.

 

Contatti

www.paolamassoni.com

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Opere

Bello è lasciarsi andare al mistero

di Renzo Cresti

Il titolo di questa trilogia di Paola Massoni è qualcosa che invita alla scoperta, il mistero va svelato anche se non tutti i veli, che per definizione lo coprono, possono essere tolti. Il mistero non rimane mai nudo ma c’è sempre un sottile velo che lo nasconde. Il mistero è un segreto e come tale va custodito. Il mistero è un enigma e rimanda a qualcosa di arcano, forse anche di soprannaturale.

Il riferirsi al mito amplifica il senso del mistero. Il mito è qualcosa di universale, che rimane al di qua di ogni caratterizzazione storica e geografica. Insegna le vicende dell’uomo in quanto uomo, non dell’uomo del Medioevo o del Rinascimento o del Moderno ma del puramente umano; non dell’uomo italiano o francese o tedesco ma dell’uomo nella sua natura universale.

Mèlia, i personaggi che incontra e i luoghi da loro abitati sono simboli antichissimi e a un tempo contemporanei. Mèlia ricorda il vocabolo latino mèlos e il canto è un elemento fondante il rapporto con la natura e il primo racconto di questa trilogia riguarda proprio il viaggio metaforico di Mèlia nella natura.

La natura, il mondo dell’Oltre, dell’al di là o dell’al di qua della vita quotidiana, l’attraversamento dello specchio, l’albero sacro, la metamorfosi, la danza delle stagioni, l’elemento onirico e visionario, il bosco, il mare, la strega, la madre, il bambino, la rinascita etc., sono tutti archetipi che dal mito di Mèlia arrivano fino a noi, insegnandoci a «imparare il rispetto per il prossimo, per la natura e per il pianeta che ci ama ancora». In fondo, questa opera di Paola Massoni è una preghiera laica.

L’allegoria è la figura retorica su cui s’incentra la scrittura, basata sulla sinestesia, sull’interazione tra varie forme espressive che, ovviamente, riusciamo ad apprezzare solo nello spettacolo teatrale: poesia, recitazione, gestualità, canto, musica, danza, arte visiva, ritmica, giochi di luce, elettronica e video-proiezioni. Ma la simbologia e le correspondances si percepiscono benissimo anche nella sola stesura del testo. Si tratta di rimandi continui, sfumati e a volte enigmatici, come nella poesia simbolista. Soprattutto la relazione fra parola e suono è sostanziale.

La tecnica dello sfumato, elemento fondamentale del Simbolismo, del cosiddetto Impressionismo, della musica del primo Debussy, è ben utilizzata e crea nebulose di senso, momenti in dissolvenza e sospesi, senza un vero incedere ritmico. Sono fantasie leggere e sensuali che si dilatano in un tempo che si fa spazio panico. La parola è spesso senza peso e si risolve in pura luce o in ombreggiature, in allusioni e accenni, vivendo la storia in maniera interiorizzata, come nel tempo/spazio di Bergson e nei romanzi di Proust. Si vive in una città senza tempo, la Città dell’Anima.

La scrittura è ricca di nuances e di riferimenti al mondo panico. La forma è quella del melologo. Vi è un gioco di risonanze non solo fra parole/suoni ma fra mondo esterno e interno, alla ricerca di una catarsi ottenuta attraverso una riflessione sull’amore, sul dolore, sull’ecologia, sulla tolleranza, in un percorso alla ricerca del proprio Essere. Un viaggio mistico (mistico e mistero hanno la stessa radice etimologica), un viaggio mitico, mezzo immaginario e mezzo reale, favoloso e affascinante.

Nella metafora del viaggio un ruolo essenziale lo riveste la musica. Non potrebbe essere che così, visto che Paola Massoni è nata come musicista, pianista, cantante dalla voce impostata e naturale, compositrice. Solo in un secondo momento, sfruttando il suo talento artistico e la preparazione letteraria ha iniziato a lavorare su testi di canzoni, su copioni teatrali, su scritti come quello presente che va oltre la normale sceneggiatura del teatro per esprimere in sé una qualità poetica notevole.

I testi teatrali sono sempre con musica, di più, spesso nascono grazie all’ispirazione musicale che ne costituisce l’anima segreta. La musica non è un accompagnamento al testo ma è il suo respiro, il soffio vitale, il calore e il colore, il fuoco, andando al di là della semplice musica di scena. I brani musicali sono indicati e spiegati nel testo, si tratta di composizioni originali, scritte dalla stessa Massoni, oppure di celebri arie o brani strumentali di famosi autori classici, dal ‘600 al ‘900, rivisitati e inclusivi di sollecitazioni ed esperienze musicali differenti, attraversando i vari stili dal classico alla world musik; presentati con arrangiamenti originali creati per soprano, ensemble di 9 o 10 elementi (a seconda se ci siano o meno le percussioni), pensati e realizzati dal complesso al femminile Le Muse. I brani si avvalgono anche di una sezione elettronica che amplia le possibilità sonore degli strumenti classici, di una sezione ritmica e di un coro da camera. Nella realizzazione scenica anche un corpo di ballo e varie comparse che si muovono, in un contesto scenico caratterizzato da opere pittoriche e scultoree. Il tutto nell’intenzione di realizzare un teatro musicale sospeso fra fantasia e realtà.

Bello è lasciarsi andare al mistero. Il vecchio cane Argos, disteso sul letame, è bello perché riconosce subito il padrone. Il bello ha la stessa radice di buono - bellu(m) è un diminutivo di bonus – e alla bellezza/bontà bisogna abbandonarsi, facendosi prendere dal delirio delle Muse (come scrive Platone nel Fedro). La bellezza non è quella codificata dal mercato, ma è qualcosa che sfugge – come ha ben capito Paola Massoni – la vera bellezza è solo quella che dona senso alla vita, che porta con sé l’Amore. La bellezza è il saio del frate, il fiore del deserto, il vento che porta via le polveri, l’acqua limpida del ruscello, l’arcobaleno della pace che si alza sulla terra verso il cielo, è la rugiada del mattina che intona una melodia sospesa in gocce, è il Sogno, il Viaggio, la Visione di Mèlia.

Eventi