Roberto Miali - L'inquietudine accanto
Una personalità ambigua, un passato difficile, che non si palesa nello svolgersi del romanzo, ma resta in sottofondo, come un marchio indelebile; l’irrequietezza di un carattere che oscilla tra la morbosa curiosità e la dolcezza affettiva; il bisogno di esperienze “eccezionali”, l’ansia perenne di un vivere inappagato: queste le caratteristiche che contraddistinguono la protagonista del romanzo, perno di tutto lo svolgimento, sempre tesa verso la perfezione, artistica od affettiva che sia, cui fanno da contorno personaggi di carattere ed estrazioni variegati, molto al di sotto dei suoi bisogni interiori.
Il rapporto uomo-donna, generalmente sostenuto dall’opportunismo, e donna-donna, più spontaneo e condiviso, ma spesso ugualmente opportunista, assumono nuove dimensioni, con sfaccettature varie, all’occorrenza anche tragiche. E la figura della protagonista, difficile da penetrare, perché sfuggente ad ogni catalogazione, oscillante com’è tra bene e male, attraversa tutta la vicenda della trama con incertezza ed instabilità, fino ad acquisire, nel finale, una saggezza drammaticamente conquistata ed amaramente espressa, con una visione assolutamente disillusa della vita.
Un romanzo psicologico, dunque, “L’inquietudine accanto”, condotto con abilità da un narratore ricercato ed elegante, che, guardando in faccia, senza schermi né false illusioni, la realtà umana, la sa raccontare con il giusto equilibrio e la necessaria sobrietà.
Rina Gambini