IL MARINAIO CHE DIALOGAVA CON LE STELLE
di Alberto Gatti
PREFAZIONE
Della navigazione o della vita. "Quando si prende a voler bene, spesso se ne deve pagare lo scotto". Quando troverete - a romanzo avanzato - questa frase, il vostro livello di partecipazione alla storia sarà già senza ritorno. È il fado, qualcuno potrebbe dire, l'inestinguibile nostalgia che anima il ventre di ogni angolo del Portogallo. Una nostalgia che si incrementa ancora quando le finestre guardano il mare e nel mare si perdono inseguendone infiniti e irraggiungibili gli orizzonti. E di orizzonti nella narrativa di Gatti non ne mancano certo, né di contrasti forti tra i caratteri che entrano in scena: opposti che si attraggono perché nascondono nel profondo affinità insospettabili, opposti che si respingono e si combattono, animi rudi che rivelano dietro il turpiloquio e le cicatrici di una vita un cuore puro, il semplice che intuisce il complesso, perché anche il più burbero marinaio protagonista di queste vicende ha sempre un cielo di stelle che lo guida. Dal Maine al Portogallo, da Kupang alla Nuova Guinea, tra un oceano e l'altro, in cerca di qualcosa, in fuga da qualcos'altro... Quando sarete sulla "Logan Star", sulla "Hudson" o sulla "Marianas", guidati dalla Stella del Sud o risaliti nell'emisfero boreale, in rotta verso Setubal, Porto o Lisbona, i sentimenti dominanti di questo romanzo saranno i vostri, che vi troverete partigiani al fianco di qualcuno, indignati di fronte a qualcun'altro, con lo sguardo rivolto a un firmamento di stelle che nasconde o rivela risposte, guidati da una penna sapiente, ricca di esperienze, appassionata, appassionante, ispirata.
Buona lettura, dunque. Il viaggio è cominciato.
Pierluigi Iviscori.