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Narrativa - Collana "La bitta"
Narrativa - Collana "La bitta"

Narrativa - Collana "La bitta" (13)

Forte è la bitta, salda nel suo offrire ormeggio alle più disparate, anche alle più pesanti imbarcazioni. Vigorosa è la narrativa, che si presta a raccontare ogni genere di storie, che dà voce sonora, concreta, reale, alle memorie, alle testimonianze, alle fantasie. Nell’analogia tra bitta e narrativa, ritroviamo la solidità di un dire, e di un “fare”, utile a tutti.

 Sample Image ROBERTO MIALI – “Un rumore nel buio” 

Un testo teatrale che si presenta come un racconto, sebbene conservi tutte le caratteristiche del testo destinato alla recitazione: ambientazioni, scenografie, movimenti, atti e discorsi, tutti rigidamente inquadrati nel contesto e con un’unica meta, quella di giungere a realizzare il fine che l’autore si è proposto. Della narrazione conserva, è vero, la scorrevolezza e la pienezza dei contenuti, ma è evidente che l’autore lo ha destinato ad essere rappresentato sulla scena: se mai, le caratteristiche tipicamente letterarie sono utili al lettore, che si immerge nella vicenda “immaginandola” già rappresentata. Questa è una dote precipua del narratore autentico, qual è Roberto Miali, che sa convogliare l’attenzione del lettore verso il suo testo, qualsiasi sia il genere prescelto.

I personaggi di “Un rumore nel buio” appartengono alla buona borghesia e, come da regole classiche, l’azione si sviluppa in un unico ambiente ristretto: il messaggio, però, è assai più ampio, e spetta al lettore (ed allo spettatore, quando si realizzerà la rappresentazione) estrapolarlo dal contesto.  Per usare le parole iniziali dell’autore, infatti: “...Un rumore nel buio” è un racconto teatrale che si sviluppa tutto nel salotto di casa dei coniugi Enrico e Daniela, coetanei quarantenni oppure ultraquarantenni. La vicenda snida situazioni intrecciate che impastandosi panificano poi un mondo di realtà curiose e identificabili...”.

 

                                                                                                        Rina Gambini

 

Claudio de Ferra -Nel giardino di Ester 

 

Sample ImageIl titolo della raccolta, “Il giardino di Ester”, è quello stesso del racconto che ha vinto il Primo Premio al Concorso Internazionale di Letteratura “Fortezza di Castruccio” – Sarzana 2008, consistente, appunto, nella pubblicazione di un volume da parte del Centro Culturale “Il Porticciolo”.

La Giuria ha deciso di assegnare questo ambito premio ad un brano narrativo che l’ha affascinata per la ricchezza di annotazioni esistenziali e per la capacità dell’autore di ironizzare sulle debolezze della gioventù e, soprattutto, su quelle della vecchiaia. Senza drammatizzazioni né enfatizzazioni di sorta, de Ferra ha saputo tracciare un quadro particolareggiato, esauriente, sebbene sintetico, e toccante del declino dell’età, e lo ha fatto con sguardo scanzonato, talvolta malizioso, ma sempre attento e partecipe. Così il racconto si presenta come una lettura appassionante ed estremamente piacevole.

Gli altri racconti non sono certo inferiori: personaggi vividi e ben delineati popolano una miriade di “casi” di vita diversi, in cui i protagonisti si trovano a vivere, talvolta loro malgrado. Ne emerge una forza di carattere insospettata, una volontà di aderire al vissuto, che è foriera di riflessioni da parte del lettore, che vi aderisce con piena emozione.

Siamo certi che anche coloro che leggeranno queste pagine sapranno apprezzarne il valore letterario e umano.

   Il nuovo libro di Alberto Gatti

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 Può la sfortuna condizionare la vita? Certo che può! L’importante, per sopravvivere, è non farci caso, meglio ancora, non prenderne coscienza.

Il protagonista di questo breve romanzo, Cornelio, è uno “sfigato”, ma è buono, non stupido, e si impegna a superare ogni avversità. Nulla di grave, ben inteso, piccole avversità, come colpire al basso ventre un vigile urbano, perdersi in un campo da golf americano quando si scatena un violento temporale, o affidare il proprio denaro (scarso) ad un faccendiere disonesto. Cornelio, però, non si dispera, guarda avanti, con fiducia nel prossimo e in sé, seppure ogni tanto lo sfiora una leggera ombra di dubbio.

In una fantasmagoria di “casi” fortuiti, il romanzo si snoda tra un sorriso e una risata, con la benevola ironia di un narratore attento ai valori autentici della vita. E con una morale.

Ai lettori divertirsi a scoprire il resto.

Note biografiche

Alberto Gatti è nato ad Arcola, in provincia della Spezia, e vive a Vezzano Ligure. Dopo aver trascorso gran parte della sua vita sul mare, come capitano di lungo corso, negli anni del pensionamento ha dato sfogo alla sua innata vena narrativa, ed ha prodotto alcuni romanzi e molti racconti. Tra i primi sono da segnalare i due pubblicati: “La Torre di Belem”, del 2000, e “La ragazza di Smirne”, del 2002, mentre alcuni altri sono in attesa di pubblicazione. I racconti inediti hanno più volte raccolto consensi nei Concorsi letterari, e alcuni sono stati premiati anche con il primo premio, cosicché l’autore ha deciso di raccoglierli in un unico volume, con il titolo “Sulla rotta della vita”. L’amore per il mare, parte integrante della sua personalità, ha connotato l’intera produzione narrativa di Alberto Gatti, che ama ambientare le sue opere prevalentemente su navi e porti, ponendo in rilievo i valori insiti nella vita dell’uomo di mare. In questo nuovo romanzo, “Cornelio”, l’autore libera la sua vis comica, sempre con occhio attento al vissuto e ai valori fondanti dell’esistenza umana e sociale. La sua capacità di narrare argomenti svariati aggiunge un nuovo traguardo alla sua già consistente carriera letteraria.

Il nuovo libro di Giusi Tamborini

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Oscillando tra realtà e fantasia, in un misto di ricordi, riflessioni, misteri ed emozioni, l’autrice racconta episodi della sua vita. Non un’autobiografia, però, perché il “romanzo” c’è, è insito nell’intreccio delle vicende che si snodano in un alternarsi di eventi e pensieri, che portano per mano il lettore verso l’episodio centrale, su cui si fonda l’intera opera. Qui, mistero, scienza, avventura, danno vita ad un “giallo”, che immette nei segreti della ricerca biologica avanzata, di cui l’autrice prende a simbolo la cagnolina n.33. Intrighi e passioni, presenze arcane e sensazioni profonde, dinamiche esistenziali e amore per la natura: tutto in un romanzo che, partendo da note biografiche, giunge a tracciare complesse trame che avvincono e appassionano.

  

In copertina:

La cagnolina n.33, insieme agli scienziati Banting e Best. Toronto, 1921.

  

 

 

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