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Narrativa - Collana "La bitta"
Narrativa - Collana "La bitta"

Narrativa - Collana "La bitta" (13)

Forte è la bitta, salda nel suo offrire ormeggio alle più disparate, anche alle più pesanti imbarcazioni. Vigorosa è la narrativa, che si presta a raccontare ogni genere di storie, che dà voce sonora, concreta, reale, alle memorie, alle testimonianze, alle fantasie. Nell’analogia tra bitta e narrativa, ritroviamo la solidità di un dire, e di un “fare”, utile a tutti.

 

IL MARINAIO CHE DIALOGAVA CON LE STELLE
di Alberto Gatti

PREFAZIONE

Della navigazione o della vita.  "Quando si prende a voler bene, spesso se ne deve pagare lo scotto". Quando troverete - a romanzo avanzato -  questa frase, il vostro livello di partecipazione alla storia sarà già senza ritorno. È il fado, qualcuno potrebbe dire, l'inestinguibile nostalgia che anima il ventre di ogni angolo del Portogallo. Una nostalgia che si incrementa ancora quando le finestre guardano il mare e nel mare si perdono inseguendone infiniti e irraggiungibili gli orizzonti. E di orizzonti nella narrativa di Gatti non ne mancano certo, né di contrasti forti tra i caratteri che entrano in scena: opposti che si attraggono perché nascondono nel profondo affinità insospettabili, opposti che si respingono e si combattono, animi rudi che rivelano dietro il turpiloquio e le cicatrici di una vita un cuore puro, il semplice che intuisce il complesso, perché anche il più burbero marinaio protagonista di queste vicende ha sempre un cielo di stelle che lo guida. Dal Maine al Portogallo, da Kupang alla Nuova Guinea, tra un oceano e l'altro, in cerca di qualcosa, in fuga da qualcos'altro...  Quando sarete sulla "Logan Star", sulla "Hudson" o sulla "Marianas", guidati dalla Stella del Sud o risaliti nell'emisfero boreale, in rotta verso Setubal, Porto o Lisbona, i sentimenti dominanti di questo romanzo saranno i vostri, che vi troverete partigiani al fianco di qualcuno, indignati di fronte a qualcun'altro, con lo sguardo rivolto a un firmamento di stelle che nasconde o rivela risposte, guidati da una penna sapiente, ricca di esperienze, appassionata, appassionante, ispirata.
Buona lettura, dunque. Il viaggio è cominciato.

Pierluigi Iviscori.

Il nuovo libro di Maria Grazia Ferraris

 

OCCHI DI DONNE

di Maria Grazia Ferraris

 

Le donne di cui ci parla Maria Grazia Ferraris sono donne vere, donne che hanno sofferto ingiustizie e privazioni, che soffrono ancora nel fondo del loro animo pur continuando ad amare, e affrontano la loro condizione con coraggio, tenacia, forza d’animo, anche quando la ribellione serpeggia o la vendetta ha il suo corso. Donne che appartengono alla storia, ma che spesso la storia, scritta al maschile, ha trascurato o travisato; donne che nella storia hanno cercato, quasi sempre con scarso successo, di portare il contributo della loro intelligenza, del loro cuore, impedite dal dominio del maschio, che esercita potere decisionale sulla loro esistenza.

Dieci storie, quelle che la scrittrice ci propone, di dieci diversi personaggi femminili: diversi per epoca di vita, diversi per appartenenza geografica, diversi per vicende personali. Ma il fil rouge che lega questi racconti è il loro essere donne a pieno titolo, interpretando e dimostrando, in casi tutti diversi ed uguali allo stesso tempo, il coraggio delle proprie azioni, la forza del proprio cuore, la poesia della propria anima.

Queste dieci storie, narrate con una stile asciutto ed elegante come fossero singoli brevi romanzi, intrecciate ad arte per appassionare il lettore, storicamente documentate e fantasiosamente interpretate, come si conviene ad una autentica opera letteraria, propongono uno spaccato del mondo femminile che farà meditare tutti sul ruolo sociale e civile delle donne. E fanno vedere il mondo di ogni epoca con i loro occhi. 

Dalla presentazione di Rina Gambini

 

Rita Vittozzi

C'era una volta la guerra

Romanzo breve

… Siamo tutti cresciuti a robuste dosi di racconti di guerra, che ci incuriosivano, talvolta ci divertivano, anche se, con l’adolescenza, ci venivano a noia, come acutamente nota Rita, perché ci sembrava che quel passato non ci appartenesse, mentre guardavamo diritti verso il futuro.
 Poi, i racconti sono cessati. È finita, travolta dalla vita moderna, quella voglia di raccontare e raccontarsi di cui parla Italo Calvino nella prefazione al suo primo romanzo, “I sentieri dei nidi di ragno”, che si ambienta proprio nella lotta partigiana. È finita con quello schermo pieno di immagini, che riempie le serate zittendo tutti coloro che prendono l’avvio per percorrere il sentiero dei ricordi da qualche notizia buttata lì per dovere di cronaca, o per commemorare qualche evento, e non per vera partecipazione.
 Invece, Rita ha lasciato parlare, e ne è nato questo racconto, o meglio, questo romanzo breve, sì, ma denso, pieno di intrecci, come si conviene ad ogni romanzo che si rispetti. Ha lasciato parlare perché, per una strana combinazione delle emozioni, ha fatto prevalere il sentimento e la tenerezza, piuttosto che la noia e la consuetudine.
 Così la madre ha potuto raccontare la guerra, la sua guerra, ben inteso, ma che è pur sempre una parte del tutto. Perché, stiamo ben attenti a non cadere nell’indifferenza, la guerra non va considerata un elenco di battaglie, con relative date, ma un puzzle, in cui fatti grandi e piccoli si intrecciano, in cui i detentori del potere, militare o politico che sia, devono fare i conti con gli uomini comuni. La guerra non è fatta solo dagli eroi che passano sui libri di storia, ma dalle persone che, innocenti, indifese, inermi, patiscono la fame, il freddo, la paura, rischiano la morte per disegni più grandi di loro…

Dalla Prefazione di Rina Gambini

 

Dalla prefazione di Cristina Benussi:

l romanzo è densamente metaforico, nel senso che l’autore riesce a rendere emblematica l’esperienza di maturazione del suo personaggio, in un luogo letterariamente ormai topico, il collegio. Lontano, relativamente, dalla famiglia, e fuori dalla città, la sede deputata alla formazione dei giovani si rivela un microcosmo mosso da impulsi solo apparentemente sodali, in realtà ispirati a un cinismo e a un’ipocrisia che il protagonista stenta ad ammettere.

(…) Le frustrazioni di un adolescente apparentemente inserito nella vita di gruppo, in realtà solo, hanno così dato vita a un personaggio che, grazie anche ad un linguaggio elaborato, ben strutturato, in bilico tra stile alto e quello che si potrebbe definire college slang, è capace di uno sguardo ironico ed autoironico. Il testo finisce dunque per costruirsi in una forma che Pirandello definisce umoristica, in grado cioè di mostrare il protagonista in hilaritate tristis. Ivo non è reso "timido" dalla persistenza di idola resi opachi da un benessere già sulla via del tramonto ma ancora costitutivo dei valori del Nord Est d’Italia, quanto dall’indifferenza dei suoi interlocutori nei confronti di qualsiasi problematica antropologica, emozionale ed intellettuale…

Dietro questo nom de plume, si cela non solo uno scrittore dal fraseggio efficace ed essenziale, costruttore abile d’imprevisti colpi di scena e di situazioni, assai ben delineate, dove prevale un ritmo incalzante, ma anche un acuto conoscitore di cose italiche e calabresi in particolare. Dall’osservatorio privilegiato della sua professione ha colto, con sensibilità sociologica, riti e miti della ricca borghesia del nord, così come riti e miti della malavita organizzata calabrese, la famigerata ‘ndrangheta. Da questa conoscenza “dal di dentro” scaturisce questo avvincente romanzo, ricco al tempo stesso d’azione e di meditate pause d’introspezione psicologica.

Ci auguriamo che altri lavori seguano a questa interessante e promettente opera prima.

Leggere Hotel Aspromonte è come essere invitati ad un ricco banchetto, o per usare un’espressione anglofona, ad un open buffet, dove gli ospiti vanno e vengono a loro piacere: alcuni di loro si conoscono già da tempo, altri s’incontrano per la prima volta e le loro storie s’intrecciano, si dipanano o s’interrompono, un po’ casualmente, un po’ per necessità, così come accade nella vita.

Ma come vi accorgerete ben presto, al banchetto c’è un convitato di pietra, questa volta nel senso letterale del termine: è lei, la grande montagna, l’Aspromonte selvaggio ed inaccessibile, che fa da sfondo alle vicende narrate, luogo del ritorno, al quale approdano o riapprodano tutti i personaggi, provenienti dalle brume padane, per alcuni terra d’origine, per altri terra di trasferta.

La Montagna accoglie nel sue grembo speranze e follie degli umani, i loro sacrifici e le loro malvagità, il bene ed il male. Osserva ciò che accade con occhio di sfinge, come sorpresa del fatto che l’uomo sembra non volere mai imparare nulla dal passato.

Le vite dei personaggi, ciò che è vero e ciò che vero non è, i fatti e l’ombra riflessa dei fatti si attorcigliano, si schermano a vicenda, alla ricerca di un punto definitivo che non arriva mai: alla fine ognuno sembra costretto rientrare nella sua casella di partenza. Qualcuno dovrà pagare per i suoi errori, qualcuno si ritrarrà nella nostalgia di ciò che avrebbe potuto essere e non è stato, qualcuno imprecherà per tanta fatica sprecata.

Solo la Montagna resterà, perenne, testimone e custode dei suoi misteri.

Editore : Le Edizioni del Porticciolo

"Sulla rotta della vita" è una raccolta di racconti di varia intonazione, che propone pagine di riflessione ad altre di forte intonazione narrativa, senza trascurare una certa ironia, che sfocia facilmente nell'umorismo.
La vita dell'uomo di mare prevale su ogni altra tematica, delineando
personaggi dalla decisa connotazione etica, che si muovono con difficoltà nel mondo tecnologico; la nostalgia per la vita avventurosa sul mare, per le peripezie e le incognite del viaggio, per la solidarietà e l'amicizia che viene a crearsi tra le persone che condividono la durezza dell'esistenza del marinaio, il mistero che aleggia su ogni evento, sono protagonisti indiscussi di una serie di racconti intensi e di grande coinvolgimento emotivo.
Altri brani sono dedicati al ricordo di persone che hanno segnato la
vita dell'autore, e sono pretesto per riandare con la memoria al tempo passato, ai suoi affetti, alle sue consuetudini; un racconto, forse il più lungo e appassionante, rivisita un mito famoso, ma è soprattutto un inno all'amore puro ed innocente, che contrasta con l'opportunismo e con la convenzione sociale. Infine un racconto, che l'autore definisce "umoristico", narra di due sprovveduti marinai che credono di poter affrontare l'avventura senza averne la capacità e gli strumenti. Varietà di argomenti, dunque, ma una matrice comune: i valori ondamentali del vivere insieme, riproposti e ribaditi in ogni momento, con gioia e con serietà, con convinzione e con costante fervore, per racconti che mostrano una autentica e sicura disposizione narrativa.

Roberto Miali

Sample Image Un libro che contiene due racconti, ma non due racconti qualsiasi, bensì due racconti d’amore. E ancora: non di un amore qualsiasi, ma di un amore molto speciale, totale e appassionato, eppure puro, unico, insostituibile. Un amore come tutte le persone al mondo vorrebbero vivere, un sentimento che riempie la vita, che esige un coinvolgimento senza esclusioni, ed allo stesso tempo coinvolge pienamente, tanto da non lasciare spazio a nessun altro bisogno, a nessun altro desiderio.
Questo in entrambe i racconti, che sono davvero assai diversi tra loro. Il primo, ampio, quasi un romanzo breve, narra una vicenda che vede due protagonisti di nazionalità, lingua, abitudini, estrazione sociale, molto lontane, che per un incontro fortuito si trovano a provare un sentimento reciproco che resiste alla rottura e alla lontananza, che non viene scalfito da altri incontri, altre passioni, avversità e necessità lavorative; pagine che si svolgono con dinamismo e con acuto sentimento del reale. Il secondo, al contrario, è un’introspezione che pare addirittura giovanile, tanto è ancora pervasa del sentimento etereo e limpido di chi non è stato ancora intaccato dal vivere; un brano più breve del precedente, ma assai più intenso e psicologicamente approfondito.
In uno stile raffinato, che va goduto nell’eleganza della parola e dell’uso dei modi verbali, in una concisione della descrizione e dell’azione ridotte all’essenziale, in una profusione di sentimento che sa contenersi senza mai valicare i limiti degli eccessi del languore o del patetico, questi due racconti, in cui si percepisce la frequentazione dell’autore del mondo nordamericano, rappresentano per il lettore un’avventura dell’anima e un’occasione per riflettere sugli imprevedibili moti del cuore.

Rina Gambini  

 

Sample Image

Roberto Miali - L'inquietudine accanto

 

Una personalità ambigua, un passato difficile, che non si palesa nello svolgersi del romanzo, ma resta in sottofondo, come un marchio indelebile; l’irrequietezza di un carattere che oscilla tra la morbosa curiosità e la dolcezza affettiva; il bisogno di esperienze “eccezionali”, l’ansia perenne di un vivere inappagato: queste le caratteristiche che contraddistinguono la protagonista del romanzo, perno di tutto lo svolgimento, sempre tesa verso la perfezione, artistica od affettiva che sia, cui fanno da contorno personaggi di carattere ed estrazioni variegati, molto al di sotto dei suoi bisogni interiori.

Il rapporto uomo-donna, generalmente sostenuto dall’opportunismo, e donna-donna, più spontaneo e condiviso, ma spesso ugualmente opportunista, assumono nuove dimensioni, con sfaccettature varie, all’occorrenza anche tragiche. E la figura della protagonista, difficile da penetrare, perché sfuggente ad ogni catalogazione, oscillante com’è tra bene e male, attraversa tutta la vicenda della trama con incertezza ed instabilità, fino ad acquisire, nel finale, una saggezza drammaticamente conquistata ed amaramente espressa, con una visione assolutamente disillusa della vita.

Un romanzo psicologico, dunque, “L’inquietudine accanto”, condotto con abilità da un narratore ricercato ed elegante, che, guardando in faccia, senza schermi né false illusioni, la realtà umana, la sa raccontare con il giusto equilibrio e la necessaria sobrietà.

 

                                                                                                                      Rina Gambini

 

 

 Sample Image  Racconti di Vita di Maria Grazia Vacchina

 ... questo libro... nasce occasionalmente dal conseguimento, per la Narrativa Inedita, del Primo Premio nel Concorso Fortezza di Castruccio 2008, con il racconto che apre questa raccolta, ma è maturato attraverso l’idea di pubblicare un volume, in cui « Una coppia d’altri tempi » potesse fare da fil rouge per un percorso di « testimonianza », nel senso sopra indicato.

Attraverso episodi della sua vita, appunto, l’autrice ripropone quei valori che le sono cari, e che ritiene di dover custodire, ma non come patrimonio personale, bensì come condivisione con altri. Le figure potenti dei nonni, della zia suora, del suo maestro, il Cardinale Michele Pellegrino, ma soprattutto i luoghi formativi, la cascina, l’aia, la chiesa nei campi, le montagne, la valle, assumono nei racconti i ruoli incisivi di protagonisti di una maturazione interiore, che porta alla comprensione dei popoli diversi ch’ella ha incontrato nella vita adulta, di donna impegnata nella cultura e nella società. Figure e luoghi emblematici, come emblematici saranno quelli di paesi esotici, dei quali sarà capace di cogliere l’essenza, non la superficiale esteriorità turistica, fondata sul gusto della diversità.

Inutile ribadire che l’esperienza della lettura di questo libro di racconti travalica ampiamente i limiti del mero passatempo, immette, senza soluzione di continuità, nella dimensione del messaggio etico, non per questo tedioso o ponderoso. Complice, una scrittura agile, che cela la raffinatezza del dettato sotto una apparente immediatezza, capace di entrare in diretto contatto con il lettore, quasi in una simbiosi tra anime. Dote che è certamente innata nella scrittrice aostana, ma che è indubbiamente stata coltivata, eletta a scelta letteraria, e potenziata dalla lunga felice militanza nel campo delle lettere, mai però, finalizzate a suo uso esclusivo, bensì, piuttosto messe al servizio degli altri.

Dalla presentazione di Rina Gambini

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