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Arti Visive
Aldo Righetti

Note biografiche

Aldo Righetti è nato a La Spezia nel 1964, città dove vive e opera. Ha esposto in diverse mostre collettive. Dal 2008 ha eseguito dei murals e realizzato orologi solari (meridiane) nel paese nativo: Bracelli. Dal 2015 è artista permanente presso la Galleria Wikiarte di Bologna. Ha partecipato alla Fiera Art-Expò di New York e alla Fiera Art Parma Fair. Nello stesso anno è stato premiato nel 20° Concorso Nazionale d’Arte Contemporanea indetto dalla Galleria Satura Genova. A marzo 2017 è stato insignito del   Premio istituzionale “Trofeo Regione Liguria” al Premio Ligures Sarzana (SP). Ad agosto 2017 viene selezionato al Cerreto Art festival ed espone al MAMEeC di Cerreto Laziale.


Social media

Sito: www.aldorighetti.com

Facebook: Aldo Righetti

 

Note critiche

"La gioia della pittura, il piacere del dipingere: in questo mi riconosco, l'arte è allegria e voglia di vivere. Mi guardo intorno e tutto è pretesto per un quadro, sono travolto da un entusiasmo creativo che alimenta le mie opere e in qualche modo le permea e si trasmette a chi le guarda".

Queste le parole con cui l'artista spezzino Aldo Righetti si presenta, in maniera chiara e attraverso le quali permette ai fruitori di riconoscere i motivi che lo hanno spinto a trovar la via dell'arte. L'entusiasmo con cui egli si pone dinanzi al mondo e, conseguentemente, mediante cui giunge a creare, è il tratto fondamentale del suo lavoro.

Non ci si aspetti qualcosa di tendenzialmente espressionista, quanto, al contrario, un risultato permeato da tendenze ed istanze grafiche e simboliste, come si evince dall'opera presentata in Galleria Farini Concept, in occasione della XII Collettiva Internazionale Arte a Palazzo - Nel segno del contemporaneo, intitolata Universo Liquido, una composizione che si dichiara quale forma di una nuova oggettività, un mondo lineare, semplice, simbolico. Tutto ciò coadiuvato dall'uso quasi assoluto del bianco, come si trattasse di una sorta di bassorilievi che giocano in dichiarato ruolo con la materia, la quale da pittura pare volersi trasformare in scultura e viceversa. Lo stesso Righetti asserisce ancora quanto segue:

"Sono alla ricerca della bellezza, il materiale con cui plasmo le opere mi permette di creare un mio mondo, attraverso uno stile simbolico pulito, preciso, lineare, quasi a stabilire un nuovo ordine di vita semplice e contemplativa. Lascio trasparire l'idea assoluta di bianco come simulacro di energie e densità, un delicato supporto: pittura consacrata alla scultura in cui le figure sono impegnate a tessere un cosmo di quotidianità e pace. Cerco l'esperienza e la poesia delle cose, ma non sono interessato al giudizio e nemmeno alla ragione, è la vita che mi attrae. In arte come nella vita, spesso ha più senso emozionarsi che capire."

L'opera di Aldo Righetti va, pertanto percepita più che interpretata; la visione delle sue commistioni deve, per forza di cose, essere intesa e portata avanti in qualità di "esplorazione attiva", per dirla con Arnheim. Oltre a ciò che il fruitore osserva, si pone in essere la quaestio su cosa egli percepisca da un punto di vista della psiche. Come già Platone nel Timeo affermava, un legame forte si instaura tra l'osservatore e ciò che egli guarda ma in maniera ben oltre l'ovvietà. Afferrare l'essenziale, quegli elementi che rivelano il carattere dell'opera, cosicché essa possa essere identificata. Accade questo per Universo Liquido? No, in realtà. I concetti percettivi non sembrano correre in parallelo con le istanze concettuali e maieutiche che hanno portato Righetti al compimento di questo lavoro. Appare evidente che ciò che dietro una formale semplicità si cela qualcosa di ben più complesso.

D'un tratto quello che Righetti definisce Universo Liquido, pare avere una perfetta sincronia con l'osservatore: agli occhi di quest'ultimo si schiude la traduzione fenomenologica di un mondo interiore che si muove come le particelle che l'artista porta sulla superficie del supporto ligneo: una labirintica ed emblematica raffigurazione della vita in foggia di metafora che, alla nivea presenza del bianco, invero cela un modello di sottesi, da scoprire, indagare e porre in parallelo con le proprie esperienze. Una sorta di rebus costruito secondo una geometria astratta che tanto somiglia alle tracce neuronali e della sinapsi.

Azzurra Immediato

 

Opere

 

Universo Liquido - 180x60 Tecnica mista su legno - 2016

 

 

The Big Bubble 60x43,5x3,5 - 2016

 

 

La corrente 80x80

 

 

Riphè - 100x100 - Tecnica mista su legno -  2015

 

 

Universi possibili - Tecnica mista su legno - 120x50x6 - 2016

 

 

Elevazione - Tav. 1 -  Tav.2

 
Mario Viola

Note biografiche

Il Socio Mario Viola è presente anche nalla sezione Autori>Poesia, alla quale rimandiamo per le informazioni personali. Il Socio stesso ci ha informati che  "...dilettantescamente, fin dall'adolescenza ho amato disegnare e dipingere ( acquarelli e tempera ), fino a quando a partire dagli anni delle Superiori mi sono cimentano nella pittura ad olio su tela e cartoncino, completamente autodidatta in merito, tranne per aver letto un paio di manuali sulla pittura; nonché visitare molte mostre di pittori impressionisti ed anche di altri generi grazie all'incoraggiamento di mio fratello Francesco, e spesso mi sono ispirato tramite i cataloghi dei dipinti ammirati nelle esposizioni. Tutto questo fino ai primi anni Novanta, quando per problemi di tempo libero mancante causa lavoro, ed anche per un maggior impegno nell'esprimere sentimenti tramite la poesia, mezzo che ritengo più immediato per le emozioni da descrivere, ho tralasciato la pittura, riproponendomi di riprenderla quando sarò in pensione."

 

Selezione opere

 

 

Blues in my soul

Forever young

Californian sunset

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Carnival clown

 

Harlequins

L'attesa

Oltre il lago

 

 

 

 

 

 

 

Scogliere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

September symphony

 

 

Aggiornamento del 18 Maggio 2015

 

Masquerade

 

Still life

 

 

 

 

 

 

 

 

Tequila sunset

 

 

 

Souvenir du Nord

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Rock 'n' Roller

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Mustang

 

 

 

 

 

 

Girl

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Fleurs

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Circus

 
Mariaelena Fagotti

Note biografiche

 

Mariaelena Fagotti

Nata a Brescia nel 1988, diplomata in Ragioneria, nel 2010 consegue a pieni voti la laurea triennale in Lettere, curriculum in Storia dei Beni Culturali Artistici; segue nel 2012 la laurea magistrale specialistica in Filologia moderna, curriculum in Storia e Critica dell’Arte, col massimo dei voti.

Durante gli studi superiori si è dilettata nello studio dell’arpa e amatorialmente nel disegno e nella pittura ad acrilico. Nel settembre 2007 ha partecipato come volontaria al progetto “Le dieci giornate” dell’Associazione Soldano di Brescia, che aveva lo scopo di divulgare la cultura musicale in tutte le sue forme.

La costante relazione con il pubblico ha migliorato notevolmente la sua capacità comunicativa, accresciuta e migliorata soprattutto durante l’università

Attualmente collabora in qualità di addetta ai servizi amministrativi con la ditta Astori Tecnica S.n.c. di Fagotti Giovanni & Co, della sua famiglia.

Dal febbraio 2014 segue un corso di acquarello tenuto dalla acquarellista Enrica Descloux.

 

 

Selezione immagini

28 Giugno 2016

Pubblichiamo un nuova serie di acquarelli di Mariaelena Fagotti

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Daniele Pozzi

Note biografiche

Daniele Pozzi

Nato a Brescia nel 1984, consegue nel 2002 il diploma presso il Liceo Artistico Olivieri di Sarezzo. Nel 2004 termina gli studi presso la Scuola Professionale C.A.P.A.C. di Milano, dove ha frequentato il corso di oreficeria e d'incisione, tecniche artistiche approfondite anche grazie a stages presso laboratori di professionisti.

Affascinato in particolare dall'incisione manuale sul metallo, sviluppa il suo potenziale artistico con un'esperienza pluriennale in questo settore, ottenendo così la padronanza di varie tecniche: bulino, punta e martelletto, rimessi in oro o differenti metalli.

Dal 2004 è incisore presso la Bottega Incisioni di Cesare Giovanelli Srl di Gardone Val Trompia.

 

 

 

 

 

Atelier di lavoro

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Selezione opere

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

28 Giugno 2016

Pubblichiamo una nuova serie di incisioni di Daniele Pozzi

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Mirella Romagnoli

Note biografiche

Ferrarese di nascita, ho frequentato il Liceo Artistico di Ravenna
Nella vita ho poi avuto il grande privilegio di condividere il giorno, per molti anni, con  giovani liceali dialogando di “Disegno” e “Storia dell’Arte” in  Licei Scientifici, conducendo anche laboratori di ricerca sulla Gestalt e sull’espressione grafica pittorica.
Molti negli anni sono stati, e tutt’ora sono, esperienze ed impegni per eventi vari ed in luoghi diversi: da conduttrice di seminari a vetrinista; da conferenze d’arte a produzioni scenografiche; da laboratori di pittura all’attività di guida turistica e all’impegno nell’analisi critica per produzioni artistiche e letterarie di varie personalità.

Da alcuni anni ho portato nell’isola del mio vivere anche la pittura nella quale ho sempre cercato di esprimere “con leggerezza” quei valori contenutistici che mi coinvolgono: la natura naturans,  l’animo umano, il tempo che scorre,  la realtà sociale, il micro e il macro ovunque si manifesti, con linguaggi autonomi e tecniche originali.
Dal 2003 numerose sono state  le partecipazioni a  mostre in luoghi pubblici e gallerie comunali e private. Mie opere sono esposte in Italia e all’estero.

“ L’arte è magia liberata dalla menzogna di essere verità. ”  T.W. Adorno

Coltivo da tempo la scrittura, come appunti del mio vivere, dell’appartenenza a questo mondo e a questa umanità, sotto forma poetica che, nel 2012, primo anno di partecipazioni a Concorsi di Poesia, mi ha procurato numerosi e importanti riconoscimenti in varie città italiane e per eventi significativi.

Nella poesia e nella pittura ritrovo me stessa.
Ad esse mi affido per incontrare la vita che cerco di cogliere in ogni aspetto che il giorno mi dona, per superare le sofferenze e partecipare alle gioie che il tempo presenta.
Per essere “forte”. Per essere “viva”.

Mirella Romagnoli

“Il vero navigante sa che puntando alle certezze di cui fu nutrito, si infrangerà miseramente. Per cui, abbandonandole, metterà la prua al largo cercando la salvezza proprio nella tempesta, rifuggendo le finte certezze offerte dalla terra, affrontando il rischio del mare aperto.”

Karl Jaspers

 

La locandina e la presentazione di di una mostra di Mirella Romagnoli ad Argenta, Ferrara

Sono nata nella bassa pianura ferrarese, fra terra ed acqua, là dove l’orizzonte lungo e lontano si veste di ogni sorta di colori. Quando si vede.
E quando la nebbia toglie i contorni  alle cose tutto è sospeso, ma sai che c’è.
Un po’ surreale, un po’ metafisico. E quelle sensazioni si incollano all’anima. Per sempre.
La scuola mi ha dato tanto. La prima maestra mi ha avvicinata alla delicatezza poetica, preziosa per anima e corpo; dal maestro poi ho ricevuto lo stimolo per la curiosità, inappagabile compagna di vita, e per il rispetto del vero. L’incontro con una insegnante già grande, ma freschissima nello spirito, durante gli studi a Ferrara, mi ha rivelato il piacere del“Disegno”e della“Storia dell’Arte” tanto che poi ho frequentato il Liceo Artistico di Ravenna ed ho incontrato Grandi Maestri.
Ferrara. Ravenna. Due città magiche. Splendide solitudini nella loro unicità. Dal 1990 abito in Romagna, terra generosa sotto ogni aspetto. al 2000 risiedo a Imola: bella, verde, ricca di vita, incorniciata dalle dolci curve delle colline.

Bibliografia

-          Storia Arte Italiana – Bertelli, Briganti, Giuliano - Ed. B. Mondadori

-          Mille anni di arte Italiana – A. Paolucci  - Ed. Giuncti

-          Capire l’arte – S. Zecchi - Ed. A. Mondadori

-          Il racconto dell’arte – Cattino, Donatini, Guastalla – Ed. Archimede

-          Il museo immaginato – P. Daverio – Ed. Rizzoli

-          Itinerario nell’arte – Cricco, Di Teodoro – Ed. Zanichelli

-          Il volto dell’Occidente – F. Caroli – Ed. A. Mondadori

-          Arte nel tempo – Vecchi, Cerchiari – Ed. Bompiani

-          L’Italia delle meraviglie – V. Sgarbi – Ed. Bompiani

-          Il secolo lungo della modernità – P. Daverio – Ed. Rizzoli

 

Galleria

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
Milena Perico

Note biografiche

Milena Perico è nata a La Spezia nel 1979. Più volte premiata in concorsi letterari, laureata con lode in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Pisa e avente esperienza pluriennale di lavoro e studio in Germania, Milena è pittrice autodidatta in costante evoluzione artistica, appassionata di discipline orientali e, naturalmente, di letteratura, attraverso cui riesce a trovare la sua dimensione più intima, forgiandola sulle cadenze morbide del linguaggio poetico. La lunga esperienza professionale svolta a Berlino e il contesto sociale fortemente multiculturale le hanno aperto nuovi scenari artistici che le hanno permesso di approfondire il suo percorso poetico, anche grazie al contatto quotidiano con le “luci e ombre” della  realtà.

 

La pittura di Milena Perico

 

 
David Meucci

Note biografiche

David Meucci è nato alla Spezia, dove tuttora risiede, il 9 agosto 1972. Fin dall’età di sedici anni ha dimostrato una innata e convinta passione per la fotografia, che ha iniziato a coltivare, realizzando non soltanto gli scatti fotografici, ma anche stampando da solo le pellicole e le foto. Dopo il diploma di ragioniere, ha frequentato un master di moda a Firenze, che lo ha introdotto nel mondo delle sfilate. Per alcuni anni, infatti, ha partecipato a sfilate di moda a Milano come fotografo free lance e i suoi scatti sono stati pubblicati su numerose riviste del settore. Ha realizzato anche foto ad uso pubblicitario, pubblicate in riviste e giornali illustrati. Molti e prestigiosi i premi vinti in concorsi fotografici. Oggi, proprietario e promotore di una affermata pasticceria della sua città, felice marito e papà di una bella bambina, Matilde, continua con inalterata passione a coniugare il tempo libero dai molti impegni lavorativi e familiari, con la fotografia, che è per lui un modo di esprimere gli stati d’animo e gli interessi sociali. 

 

 

Note critiche

 

La fotografia, che fin dalla nascita, nella seconda metà dell’Ottocento, si è affermata come nuova forma artistica, ha il pregio di fermare l’istante della realtà che ha colpito la fantasia o l’emozione dell’artista. Fortemente legata alla tecnica, come il cinema, suo figlio, ha interessato generazioni intere di artisti, che l’hanno vista come uno strumento di rappresentazione immediata, in cui il filtro dello sguardo interiore apporta nuovi e profondi significati.

 

Luci, colori, immagini, scene di vita, sono protagoniste della fotografia di David Meucci, che sa elevare l’attimo a universale rappresentazione della natura e della condizione umana. Molto belle e significative sono le immagini dei luoghi della sua terra ligure, quei “luoghi di mare” che infondono la dolcezza del passato e la riflessione sulle difficoltà dell’esistenza del marinaio. Case e fortezze emozionanti, vestigia di costumi antichi, barche, moli, ancore e bitte, gabbiani in volo e gatti dalle espressioni imperscrutabili, e fiori di ogni tipo, che tra luci ed ombre irradiano il fascino della natura. Questo e molto altro, per le fotografie di un artista ancora giovane, eppure già maturo, ricco di trasporto e di umanità, le cui opere presto saranno raccolte in un volume, affinché tutti le possano godere.

 

 

 

Selezione di opere

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Panorama 

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Girasoli

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Lampioni

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Colori

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Marina

 

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Fiori

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Prua 

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Bitta

 
Leda Panzone Natale

Note biografiche

Leda Panzone Natale è nata ad Aosta ed è di cultura italo-francese. Vive a Pescara, dove è sposata ed ha due figli; inoltre nella città abruzzese è impegnata in attività imprenditoriali, che, però, non la distolgono da quello che, fin dalla giovane età, è stato il suo interesse primario, la letteratura, prevalentemente poetica. Per la poesia, infatti, ha ottenuto vari riconoscimenti, che l’hanno spinta sempre avanti nella ricerca di un continuo miglioramento: così negli ultimi anni ha modificato la sua struttura culturale rivedendo le esperienze del passato e rinnovando le sue aspirazioni. Frutto di questo costante lavoro intellettuale sono: l’opera narrativa “Dalla neve alla nave” e le raccolte poetiche “Sensazioni”, “Pensieri vagabondi”, “Frammenti di vita”, “Trame inquiete”; ha pubblicato anche fascicoli di narrativa e poesia in lingua francese, ed attualmente sta curando la pubblicazione di un libro di poesie per bambini illustrate da quadretti a colori degli animali e dei personaggi, da lei stessa dipinti. Presente in riviste e antologie con poesie, racconti e note biografiche, negli ultimi tempi ha trovato stimolante esprimere le proprie emozioni attraverso la pittura.

Note critiche

La pittura di Leda Panzone Natale è generalmente ispirata dalle atmosfere naturali, dai colori intensi dei boschi e del mare, in cui le presenze umane sono metaforiche, come barche, reti da pesca, case, ponti. Si tratta di una pittura spontanea, dal tratto essenziale, che gioca soprattutto sulle tonalità dei verdi e degli azzurri, a cui aggiunge il rosso dei fiori e i caldi marrone delle case, in modo da creare contrasti cromatici forti, che danno emozioni.

Spesso la pittrice-poetessa ama illustrare le sue composizioni poetiche con quadri di animali o piante, in particolare se si rivolge al mondo dell’infanzia, così da dare una visione completa della sua arte, che spazia in tanti campi diversi con la stessa facilità e con la medesima passione.

 

Mostre

Leda Panzone Natale espone alla Maison des Arts, Fondazione PescaraAbruzzo.

Corso Umberto, 83 Pescara, 11 Novembre 2014, ore 17.30

Selezione di opere

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Le Quattro Stagioni, ceramica
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Olio su tela, cm 60x40

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Olio su legno, cm 64x27                                   Olio su legno, cm 64x27

 

20 Aprile 2009:  pubblichiamo una nuova serie di quadri di Leda Panzone Natale

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20 Gennaio 2011

Nuove ceramiche di Leda Panzone Natale

 

18 Aprile 2012

Pubblichiamo le immagini di alcune nuove opere di Leda Panzone Natale.

Ceramiche

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Acquarello e olio

Tenica ad olio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Acquarello

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

16 Giugno 2015 - Tre nuove ceramiche di Leda Panzone Natale

Vassoio rettangolare

 

Ceramica ovale _ Marina

 

Vassoio _ Campo di grano

 
Ana Titeica

Note biografiche

Ana Florea Titeica nasce il 15 agosto 1944 a Valea Muscelului, in Romania.
E’ la terza di sette figli, i cui genitori sono dei poverissimi contadini, le cui condizioni economiche sono ulteriormente aggravate dalla situazione bellica, dovuta alla seconda guerra mondiale.
Per questa ragione, la bambina viene affidata all’età di soli tre anni alla famiglia dello zio paterno che non aveva figli. La piccola non fu felice nella situazione in cui si era venuta a trovare, ma ebbe  in cambio la possibilità di frequentare delle buone scuole e di conseguire una laurea alla Facoltà di Agraria di Bucarest nel 1970.
Nel 1969 sposa Petre Titeica, nipote del famoso matematico rumeno Gheorghe Titeica e dà alla luce due bambine: Patricia Denis nel 1971 e Mercedes Beatrice nel 1972.
Sfortunatamente il padre muore nel 1975, lasciando ad Ana il duro compito di allevare, in un paese con un’economia distrutta da un durissimo sistema dittatoriale, due bambine di tre e quattro anni, cosa che fece a prezzo di enormi sacrifici.*Fin da giovanissima, si sentì portata ad esprimere le sue sensazioni interiori attraverso la pittura, che ha coltivato da autodidatta dagli anni del liceo.
La sua ispirazione artistica si è indirizzata verso due linee espressive. La prima, orientata verso una pittura paesaggistica dai luminosi colori continentali della sua Transilvania. La seconda, in epoca più tarda, nasce con l’irrompere, nella sua vita, di una profonda ispirazione religiosa che la porta a dipingere icone sacre in cui l’elemento bizantino, tipico di questo genere nel mondo slavo, si mescola ad una sensibilità cromatica ed estetica vicina a quella del rinascimento italiano.

 

Note critiche

 

La tradizione dell’est europeo di rappresentare iconograficamente i volti di Cristo, la maternità della Madonna, i Santi, addirittura i calendari delle Feste, ha origine antica, e da sempre risponde a regole rigorose, che vogliono pose ed espressioni ben determinate. Sebbene ne esistano varie “scuole”, le icone si pongono come rappresentazioni a carattere sacro di valenza universale, ma artisticamente elaborate secondo canoni stilistici locali.
La pittrice rumena, che, come ci racconta l’interessante biografia, è pervenuta alla pittura delle icone in età matura, si inserisce nel filone classico di esse, pur portando una moderna sensibilità per il colore e per la luminosità. Le sue figure, infatti, hanno l’espressione ieratica e distaccata, che si conviene al genere pittorico, ma sono pervase da un personale sentimento d’amore da parte dell’autrice, che si manifesta attraverso l’uso di tonalità vivaci, di irradiazioni di luce, di sorridenti visioni. Se le posizioni dei volti e dei corpi non si distaccano dalla regola codificata, l’espressione dello sguardo va ben oltre la tipicità, penetra nell’anima di chi guarda, e comunica serenità e fede. 
Altro è il discorso a proposito della pittura paesaggistica di Anna Titeica: in questo genere pare che la pittrice risponda a stimoli interiori, che la conducono su un cammino, anziché su di un altro, a seconda dei momenti espressivi. Se talvolta le inquadrature, le tinte, le campiture, hanno impostazione “naif”, in altre si intuisce un tormento interiore che macera nella ricerca di modi e forme più intime e personali. Ciò avviene, come nell’ultimo quadro, quando l’autrice, con chiaroscuri cromatici che ricordano la pittura fiamminga, rappresenta una natura cupa, che pare sul limitare della tempesta, e funge da allegoria della condizione umana.
Una pittura dell’anima, dunque, che coniuga tecnica e personalità, ma soprattutto un patrimonio ampio e sincero di fede, di dedizione e di amore per l’arte.


Rina Gambini

 

 

Selezione di opere

 

 

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Cristiana Mugerli

Profilo critico 

Il legame con la terra di Liguria, dai colori ora tenui, ora accesi nel mutare del giorno e delle stagioni; l’amore per il mare, vario nei toni e nell’umore, ora placido e calmo, ora agitato ed irrequieto; la ricerca di nuovi orizzonti nei paesi abbarbicati alle rocce, sospesi tra il cielo e la marina; l’ansia di infinito, del ricercare l’idillica atmosfera del reale, sono tutti evidenti nelle tele di Cristiana Mugerli, pittrice per passione, che non ha mai interrotto il suo rapporto, in ordine di tempo e spazio, con quello che lei stessa definisce “il primo amore...”.

“Quando dipingo il mio mare”, ella dice, “il paesaggio della nostra splendida terra, mi sento svuotata di ogni altro desiderio, dimentica del resto del mondo, ansiosa soltanto di realizzare in un quadro quello che vedo non solo con gli occhi, ma con tutti i miei sensi... Spesso ammucchio e mescolo i colori direttamente sulla tela, senza chiedermi come e se otterrò un risultato, presa dalla gioia della tavolozza e desiderosa di finire una nuova ‘cartolina’ del Levante”.

Ed è veramente una pittura che irradia gioia, quella di Cristiana Mugerli, per i colori vividi e smaglianti, per le luci intense, per il largo respiro delle vedute che, dal particolare del primo piano, si dilatano verso orizzonti sereni, preludio di più vaste distese, sintomo di una tensione interiore che, con equilibrio e pacatezza, non si accontenta di ciò che ha raggiunto, ma si protende verso lidi più complessi e all’occasione più ardui.

Rina Gambini

 

 

Un intervento critico di Piergiorgio Sommovigo

 

Il paesaggio di Cristiana Mugerli si inserisce nella tradizione paesaggistica della pittura ligure del ‘900, di cui coglie gli esiti luminosi e cromatrici, che arricchisce di un apporto specifico in profondità e larghezza di visione.Il paesaggio di Cristiana viene costruito attraverso la articolazione dei piani secondo uno o più punti di vista, in modo da coglierne tutti gli aspetti di luce, di spazio, di forma, rappresentandoli nella loro ricchezza e varietà.La lettura del paesaggio, inoltre, non si configura solamente in una distensione dei piani prospettici equilibrata e sostenuta da quinte teatrali.Cristiana cerca a volte il vuoto, lo spazio senza forma, imposta la prospettiva su un solo lato del quadro chiudendola verso l’orizzonte, reggendosi sugli effetti cromatici, in un equilibrio funambolico, senza pencolamenti o squilibri.In altre opere il colore costituisce la figura non solo cromaticamente ma anche matericamente; genera emozioni e sensazioni ( i bianchi sono geli, i grigi sono brina) e rappresenta una natura contaminata ( ma in positivo) dall’ uomo, che ne è parte, senza rimpianti per una presunta età dell’ oro ma con consapevolezza che il lavoro e la presenza umana ne sono parte fondamentale.*Nel lavoro di Cristiana Mugerli il paesaggio è, quindi, una dimensione dell’ uomo, di come questi lo vive, di come lo sente, di come lo modifica. Il paesaggio è modalità di presenza umana. Il paesaggio è, quindi, idea, creazione e sentimento.

 

 

Presentazione di Valerio P. Cremolini

 

Il paesaggio vanta da secoli una specifica centralità nella storia dell’arte, testimoniata da puntuali teorizzazioni - non a caso si parla di estetica del paesaggio - che lo hanno elevato a momento comunicativo di opposti stati d’animo. C’è chi ha opportunamente definito il paesaggio un singolare “stato dell’anima”, superando letture mirate alla generica elencazione dei suoi elementi costitutivi. Nella rappresentazione di spaccati più o meno realistici traspaiono, infatti, la relazione fra l’uomo e la natura, la sua sensibilità sociale, la sua condizione esistenziale, le sue doti visionarie raccolte nello spazio del dipinto, documento espressivo di tendenze diverse nell’osservare la realtà e nel lasciarsi coinvolgere dalle sue molteplici sfaccettature.

I paesaggi di Cristiana Mugerli, oltre a possedere una specifica autonomia espressiva, hanno in dote il prezioso valore aggiunto che deriva dalla felice combinazione di ragione e sentimento, che si integra con una misurata spinta immaginativa, da cui si coglie l’identità culturale dell’artista, caratterizzata dalla capacità di valorizzare i frutti dello sguardo del cuore e della mente. Il paesaggio reale, festoso o malinconico, si trasforma davvero in visibili paesaggi dell’anima e l’artista lascia chiare suggestioni contemplative, emozionali, poetiche, unitamente ad altre più propriamente spirituali.

Nella pittura della Mugerli ha notevole rilevanza il fecondo rapporto con i luoghi della Liguria, “splendida terra”, osservata, amata e rigenerata tra vibranti e ombrose luci da una tavolozza diffusiva di accelerazioni cromatiche e all’occorrenza di una dosata matericità che suggella l’autonomo ed apprezzabile vedutismo della pittrice. Ĕ sicuramente riferibile al non banale impianto del paesaggismo di Cristiana Mugerli, contraddistinto dalla spiccata libertà compositiva, il desiderio di attribuire nuovi volti ad una realtà incantevole che l’abile esercizio creativo della pittrice rende ancor più stupefacente. 

 

Selezione di opere  

 
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Una mostra di Cristiana Mugerli

Con il patrocinio del Comune di Pontremoli e la collaborazione del Centro Culturale Il Porticciolo, si è tenuta la mostra di pittura di Cristiana Mugerli

 
Mauro Vittozzi

Profili critici

La pittura di Mauro Vittozzi parte dalla ragione che guida l’armonia della natura e rende tranquilla la coscienza inquieta e insicura degli uomini, per arrivare all’esaltazione della fantasia e della creatività, attraverso i colori così sapienti da sfumare i paesaggi verso l’infinito e tratti posati sulla tela con mano così leggera e pensosa da rendere ogni opera immortale.La strada tracciata da Vittozzi è limpida e serena e provoca la riflessione che scuote sempre l’uomo quando si avvicina alla verità dell’arte.

On. Dr. Enrico Ferri


Vittozzi è pittore di paesaggi impressionistici, che da tanti anni studia ed elabora con grande sensibilità e passione, strappando i giorni e le ore alla sua intensa vita professionale.
Fortemente radicata alla sua terra, la pittura è legata al paesaggio marino: ambiti di mare che l’artista ha sempre avuto davanti agli occhi e che gli hanno comunicato le più vive emozioni. Ambienti di bosco e prati che il pennello sorprende con forti intensità cromatiche.
La luce investe la formazione delle immagini con forti capacità di compenetrazione nel contesto naturale. Non un cromatismo che finisce per dissolvere le immagini, ma al contrario una luminosità che intensifica la sensazione oggettiva della natura. La natura per Vittozzi è “uno specchio dello stato d’animo”, per questo ne ricerca ed interpreta la poesia.

Prof. Giuseppe Benelli


In pochi anni l’artista è riuscito a proporre validamente colori e atmosfere dei nostri luoghi con la diversa visuale, più relativistica e più disincantata di altri, del viaggiatore di professione. Il suo naturalismo è puntuale quanto apparente. Risultato: una pittura della memoria e della sensualità; un colore dove il fermento esistenziale si placa in silenzi momentanei con tonalità dense e sensibili e con sobrio lirismo. E non è poco.

Bruno Della Rosa


L’artista spezzino ha saputo tenersi lontano dalle figurazioni di gusto, di narrativa bozzettistica e di scialo veristico, privilegiando alcuni motivi ideali di realtà plastica e misteriosa come fatto della natura. La sua tavolozza ha un’aria di famiglia, nel senso che è attenta a catturare il possibile gioco delle tante solarità liguri, dai toni caldi, misurati. Di qui la serie di istantanee che amano il fondamento, la scorza e le radici della multiforme natura: Vittozzi palesa una ideazione personale e plastica convincente e sicura, il segno è preciso, il colore risoluto come la forma, il sentimento profondo e sobrio, tranquillo e meditativo, l’aspirazione al concreto è dolce e aggraziata, semplice e circoscritta. Non resta che lasciarsi trasportare da questo scenario dove l’artista ha per così dire la regia dei boschi, dei paesaggi, del mare e dei suoi fondali, dei fiori che obbediscono più al ricordo e all’emozione che alla situazione precisa, più al vagheggiamento meditativo che alla rappresentazione e al bozzetto.

Un attento esame merita la ricerca tonale: c’è qui appunto una varietà mediterranea, un piacevole gioco di ombre e luci, o più precisamente una dimensione “tirrenica” o ligure del commento cromatico di Vittozzi. Bei gialli, ocra, sfumature di verde e di azzurro, spazi di celeste solarità.

C’è una sensibilità ecologica che si eleva a messaggio. E poi il mare, i fiori, dove il gioco coloristico s’intensifica, si infittisce.

Prof. Giuseppe L. Coluccia

 

I FONDALI DI MAURO VITTOZZI

Il mistero di un mondo accessibile a pochi eletti, un mondo senza luce, dove i colori si amalgamano in un magma omogeneo, per separarsi poi in mille macchie dai toni intensi, colpiti da una luminosità irreale, che giocano coi rossi, gli aranci, i viola delle concrezioni coralline; un mondo di movimento, dove tutto fluttua lentamente, un movimento che è vita, vita di alghe, di madrepore, di piccoli pesci, miriadi di pesci multicolori che si agitano sullo sfondo di uno scenario affascinante. E ancora un mondo di profondità, dove l’occhio segue, attraverso le sfumature verdi o azzurre delle acque, un susseguirsi di piani orizzontali che si perdono lontano, senza soluzione di continuità, e fanno presagire una distesa immensa, continua, in cui ogni angolo riserva il fascino della vita degli abissi.

I fondali di Mauro Vittozzi comunicano l’arcana suggestione dello sconosciuto, misterioso mondo marino, e lo fanno per tramite di un cromatismo tutto personale, rivissuto interiormente, che trasferisce sulla tela esperienze dirette senza volerne dare spiegazioni didascaliche, soltanto con l’intenzione di far vivere al fruitore del dipinto le stesse emozioni che può provare chi vi si trova immerso. La tecnica di ricreare l’effetto fluido dell’acqua e di dare rilievo ad una serie di incrostazioni colorate, pullulanti di vita, su un fondo che si rivela per piani successivi di maggiore o minore intensità cromatica, riesce nell’intento di ispirare un sentimento di curiosa aspettativa misto ad una pace interiore che solo una natura, su cui l’uomo può scarsamente incidere, è capace di trasmettere.

Prof.ssa Rina Gambini

Selezione di opere

 

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Il Cardo e la Farfalla                                       Il Fiore di Cardo

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Le Stelline di Tellaro                                           Luci ed Ombre

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Tramonto a S. Fruttuoso                                        Cinque Terre

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Fondale

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Uliveto

 

 

 

 

 

 

 

 

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Mareggiata nordica