Tu sei qui:Antologia - Collana "Il timone">>Antologia del Premio Via Francigena 2012


Antologia del Premio Via Francigena 2012

La nuova antologia edita da Le Edizioni del Porticciolo, in occasione del X Premio Europeo di Arti Letterarie Via Francigena 2012

 

Un editoriale di Giampietro Rigosa

Contrariamente al passato, quest’anno la cerimonia di premiazione del Concorso letterario “Via Francigena” non si tiene in una delle località poste sull’originario, omonimo tracciato medievale. Mentre le località che ci hanno ospitato durante le precedenti edizioni del Premio, come Fidenza, Pontremoli, Sarzana e Massa, nacquero come centri abitati proprio in ragione della “francigena”, Brescia è una città che, apparentemente, non sembrerebbe avere la pur minima relazione con tale importantissima arteria viaria, tuttavia si incorrerebbe in un grave errore di valutazione storica se si pensasse che la città, che si fregia del titolo di “Leonessa d’Italia”, e il suo esteso territorio abbiano avuto una storia avulsa dal contesto della viabilità medievale, che ebbe nella “Francigena” il suo fulcro. Anzi, si può viceversa affermare che Brescia, come Milano e Verona, sia stata una delle città dell’Italia Settentrionale ad essere maggiormente toccata dall’evoluzione che ebbe la viabilità facente capo alla “francigena” a partire dal XIII° secolo.
Il Duecento fu infatti il secolo che vide la grande fioritura del commercio internazionale anche grazie a quel processo che è stato definito di “moltiplicazione delle Vie Francesche”.
Il grande tracciato ad orizzonte sovra-regionale, per il fatto di mettere in collegamento l’Europa settentrionale con quella mediterranea, rappresentava per le regioni prossime, e anche meno prossime allo stesso, un fattore di attrazione e allo stesso tempo di irradiazione straordinario. Ciò contribuì a determinare una sempre maggiore articolazione della viabilità che portò ad affacciarsi sullo scenario internazionale regioni fino ad allora interessate da comunicazioni e traffici limitati. Si arrivò così alla valorizzazione e al potenziamento dei percorsi cisalpini e in particolare di quelli che conducevano ai valichi alpini (Sempione, Gottardo e Brennero) in alternativa al Gran San Bernardo e al Moncenisio. Si assisterà così alla proliferazione delle vie “francigene” o “francesche” così chiamate perché la loro destinazione finale era appunto la “regione dei Franchi” e a tale destinazione si giungeva comunque, una volta attraversati territori sino ad allora decentrati, grazie alla “francigena”.
“Via Francisca” sarà così il nome che assumerà il tracciato che, staccandosi dalla “francigena” vera e propria presso Vecelli, collegherà Milano, Brescia e Verona, nei pressi della quale transitava il percorso proveniente dal Brennero da poco affermatosi. Un percorso, quello tra Milano, Brescia e Verona, che diverrà, come rimane tuttora, l’arteria economica dell’Italia Settentrionale.
La notevole crescita economica indotta da questo processo di irradiazione della viabilità a partire dalla “francigena” sarà, paradossalmente, all’origine della perdita progressiva di importanza della stessa a favore dei nuovi tracciati colleganti il mondo germanico e il Mediterraneo.
Questo fatto, lungi dall’impoverire di significato il tracciato medievale per antonomasia, ci deve semmai invitare a guardare alla “francigena” per quello che effettivamente fu, un fenomeno con un suo intrinseco e incontenibile dinamismo evolutivo. Cosa, a ben guardare, ben poco circoscrivibile nell’orizzonte a-temporale e cristallizzato di certa pubblicistica a scopo turistico, la quale non aiuta certo a comprendere un fenomeno complesso e articolato quale è, appunto, quello della relazione culturale ed economica delle popolazioni europee che, grazie alla viabilità di orizzonte sovra regionale nata per ragioni religiose sull’asse Canterbury-Roma, porterà alla formazione del patrimonio culturale della nostra casa comune.


Giampietro Rigosa

 

 

 

Altre Informazioni

  • Edizioni: Edizioni Il Porticciolo
  • ISBN:
  • Anno:
  • Autore:
Login to post comments